Didattica a distanza: cosa comporterà?

In questi ultimi giorni la situazione riguardo il Covid sta diventando sempre più critica. Per noi studenti delle scuole secondarie di secondo grado lo è particolarmente: si è passati da una didattica in presenza ad una didattica a distanza per il 75% e, in meno di un giorno, ad una DAD al 100%.

Nel giro di poche ore quindi, si è tornati nella stessa situazione di marzo. La differenza è che questa volta siamo tutti più amareggiati. Quella ventata di normalità, arrivata con la riapertura delle scuole, sembra essere svanita. Emergono problemi legati ad una connessione internet lenta, con computer che facilmente si bloccano impedendo, in molti casi, di non poter seguire al meglio le lezioni. Per non parlare di problemi legati allo stato psicologico. Tutti, ieri, siamo tornati a casa, chi con il proprio motorino, chi con l’ autobus, chi a piedi, con un comune interrogativo: cosa ci aspetta in questa nuova fase della pandemia?

CONSEGUENZE DELLA PANDEMIA

Abbiamo vissuto a marzo un lockdown con le prime lezioni a distanza, senza poter condividere risate, abbracci, progetti o ansie con i nostri compagni, e ora? Ora siamo pronti a ricominciare da zero? Il danno psicologico che ha portato questa pandemia viene troppo spesso sottovalutato, non se ne parla abbastanza. Ci sono delle fragilità presenti in alcuni ragazzi che, in una situazione di incertezza come quella che stiamo vivendo, fanno emergere inevitabilmente un forte senso di solitudine. Svariati studi affermano la probabilità di un incremento di casi di depressione negli adolescenti.

Gli interrogativi su questo periodo riguardano il futuro, il non poter andare a scuola, il non godersi quelli che per noi sono anni irripetibili, anni che nessuno ci ridarà mai. Quando tra qualche tempo ripenseremo alla nostra adolescenza, tornerà alla memoria tutta questa situazione. Anche se è difficile riconoscerlo, le nostre abitudini sono cambiate, portandoci a considerare queste trasformazioni come “normalità”.

Abbiamo imparato che la scuola non è un male, anzi, è forse l’unica alleata che abbiamo per poterci considerare liberi e sereni. La scuola non è solo studiare per ottenere un bel voto, scuola significa crescere insieme, tra un’assemblea e un “scusi prof., può ripetere?”

di Martina Vicoli