Il popolo italiano è adulto?

Stiamo vivendo una situazione estremamente complessa ormai da mesi. Il Covid 19 ha prima messo in difficoltà la sanità, poi l’economia e adesso entrambe.

Aldo Cazzullo, giornalista de Il Corriere della Sera, a tal proposito, in un suo editoriale dell’8 ottobre affronta il tema e afferma nel finale che gli italiani meritano di essere trattati come un popolo adulto: un’affermazione più che opinabile.

Il clima attuale

Il tutto parte da un difetto decennale (se non secolare) degli italiani: la passione di infrangere le regole. Tralasciando l’evasione fiscale, l’abusivismo, gli appalti truccati e un’infinità di altre peculiarità della nostra nazione, possiamo prendere come esempio proprio le normative sanitarie vigenti. Da un clima iniziale, in cui lo scrupolo e l’attenzione la facevano da padroni, si è passati ad un eccessiva sicurezza e libertà sull’argomento, che ci ha portato a ignorare le regole o addirittura a dimenticarle. Su questo siamo tutti, chi più chi meno, responsabili. Il problema principale è ciò che è sorto durante questa emergenza.

Protesta no-mask a Roma

Parliamo dei movimenti no-mask che gridano alla dittatura sanitaria e combattono contro la mascherina, vista come strumento per farci tacere; dei negazionisti, coloro che si scagliano contro il cosiddetto terrorismo mediatico, affermando che il virus non è poi così pericoloso (dimenticandosi delle tante bare trasportate da militari fino a pochi mesi prima) o negandone persino l’esistenza; dei complottisti, coloro che credono che dietro la pandemia ci sia qualche lobby farmaceutica produttrice di vaccini, con l’aggiunta di un po’ di Cina, OMS, Bill Gates e 5G.

A ciò si aggiunge chi ha sfruttato la situazione di emergenza per lucrare sui più deboli o sulle evidenti disorganizzazioni politico-amministrative. Parliamo dei finti test negativi rubati agli ospedali e rivenduti a prezzi minori a ignari pazienti. Parliamo di ditte, che si spacciavano produttrici di DPI, e hanno truffato farmacie (o regioni in alcuni casi). Senza continuare l’elenco (che potrebbe oltremodo risultare lunghissimo), come possiamo a questo punto definire il popolo italiano (non nella sua totale parte) adulto?

La situazione politica

La classe dirigenziale, ovviamente, ha le sue responsabilità. La confusione creata in questi mesi tra maggioranza e opposizione non ha aiutato, come anche la stesura frettolosa di DPCM da parte del governo, in cui spesso vi sono presenti linee guida troppo generiche (scaricando di conseguenza il peso delle decisioni sulle regioni o sulle città).

Gli scontri nella maggioranza, che in parlamento dovrebbe mostrare stabilità e coerenza, hanno dato man forte alle opposizioni che acuiscono la tensione fra gli elettori dei diversi partiti. Ad esempio, la decisione di chiudere le scuole in Campania da parte del governatore De Luca, non ha trovato l’approvazione del Ministro dell’Istruzione Azzolina (M5S) ma il pieno appoggio di Zingaretti, segretario del PD, scatenando dibattiti accesi.

Cosa succederà in futuro?

La confusione politico-amministrativa non ha fatto riemergere quel senso di unità nazionale a noi tanto caro (o forse non troppo), ma ha finito per spaccare e dividere ancora di più un Paese in rotta di collisione. In questo momento, potremmo dimostrare di essere un popolo adulto ma, siccome ciò non avviene, non meritiamo di essere trattati come tale. Alla fine di tutta questa particolare situazione storica, a rimetterci saranno i più deboli socialmente e chi prova ancora, con enormi difficoltà, a credere nello Stato Italiano. 

di Federico Di Lello