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I giovani propongono: educazione sessuale, materia obbligatoria d’insegnamento

di Asia Simonelli, 2B

Sessualità, ultima frontiera. Come è infatti emerso dall’intervento di Mercedes Maria Vitali -una studentessa universitaria di Milano che lunedì 26 ottobre 2020 ha aderito al progetto “I giovani propongono“, organizzato dall’agenzia giornalistica “Diregiovani” al fine di permettere a studenti di tutte le età di esprimere la propria opinione su quelle che secondo loro sono le problematiche scolastiche attuali-  sono solo 21 gli stati membri che prevedono l’inserimento di un programma di educazione sessuale nelle scuole, tra questi, l’Italia non rientra. Le proposte avanzate dai giovani durante l’evento, le quali spaziavano dalla modernizzazione della didattica a distanza all’aggiunta di spazi dedicati ai giovani o, ancora, al miglioramento dell’esperienza scuola-lavoro, sono state tante, ma tra quelle più votate troviamo la richiesta di inserimento di un percorso obbligatorio di educazione sessuale nel sistema scolastico italiano. Esso andrebbe intrapreso già dalle scuole secondarie di primo grado, quando iniziano a sorgere le prime domande riguardanti la sfera sessuale, così da accompagnare i ragazzi fino al raggiungimento della maturità. I vantaggi, come varie ricerche hanno evidenziato, sono molteplici: riduzione delle malattie sessualmente trasmissibili; maggiore coscienza di sé rispetto al proprio corpo e agli altri; rapporti interpersonali più sani; minor esposizione ad abusi. Il fine ultimo sarebbe quello di offrire agli studenti occasioni di dibattito, così da sviscerare il tabù legato alla sessualità e coinvolgere degli esperti -ad esempio medici, psicologi o sessuologi- che possano fornire informazioni attendibili agli adolescenti, che altrimenti sarebbero in balia di internet; esso può aiutare coloro che, vergognandosi ad affrontare un simile argomento, cercano risposte sul web, ma è ugualmente vero che è anche in grado di sviare. Su internet ognuno può infatti scrivere ciò che vuole senza essere necessariamente ben informato su ciò che sta dicendo. Si dovrebbe inoltre parlare delle questioni inerenti la comunità LGBT, in modo da permettere a coloro che non si rispecchiano in uno schema eteronormativo di comprendere meglio il proprio orientamento sessuale e trovare risposte ai dubbi ad esso legati, limitando di conseguenza eventuali discriminazioni dovute all’ignoranza in tali ambiti. Se già è difficile parlare di certi argomenti, la situazione si complica ulteriormente per chi è a conoscenza del fatto che il proprio orientamento sessuale potrebbe portare a drastiche conseguenze, quali per esempio il venir rifiutato dai genitori o vedere la propria incolumità minacciata. Di conseguenza manca spesso il coraggio di esporsi, soprattutto in un periodo storico dove ognuno, nascondendosi dietro ad uno schermo, ha la libertà di dire ciò che vuole senza subirne poi le conseguenze, e dove certi ideali sono talmente radicati dal costringere tutti coloro che agli occhi altrui appaiono “diversi” a combattere contro gli stereotipi di un’intera società pronta a remare loro contro. Se le scuole per prime non normalizzano tutto ciò, come si può sperare che le future generazioni facciano altrettanto e che gli studenti imparino come proteggersi nel modo corretto? Questa è, dunque, l’importanza di una corretta educazione sessuale.