Not my responsability: stop al body shaming

di Anna Di Paola, 2B

Nella società odierna, per gli adulti, ascoltare e prendere in considerazione le opinioni dei giovani sembra difficile ma, per fortuna, ad offrire loro voce e spazio ci ha pensato “I Giovani Propongono“, un evento fortemente voluto da diregiovani.it. Il giorno 26 ottobre, infatti, è stato trasmesso in live stream su YouTube un progetto che ha potuto permettere ad alcuni studenti provenienti da tutta Italia, di spiegare su cosa, secondo loro, sia importante riflettere in questo periodo storico. Sono sorti vari argomenti, come rendere obbligatoria l’educazione sessuale in tutte le scuole, modernizzare la didattica a distanza o ancora strutturare meglio l’esperienza “scuola-lavoro”. Tutti i ragazzi e le ragazze hanno esposto in modo eccellente le loro opinioni e proposte, ma una  in particolare, quella della studentessa Giulia Corona, ha attirato maggiormente l’attenzione. Quest’ultima ha suggerito di aggiungere una nuova materia di studio in tutte le scuole italiane, ovvero “Educazione Sociale”. Gli argomenti trattati sarebbero differenti in base alla fascia d’età, ma  in comune avrebbero un elemento essenziale: il rispetto. Che sia nei confronti della natura, del proprio prossimo o degli animali, il rispetto è fondamentale nella formazione dei ragazzi. “Penso che noi giovani abbiamo bisogno di elementi per analizzare ciò che accade intorno a noi, e di essere educati a rispettare tutte le persone e la natura che ci circonda“, sono le coraggiose parole di Giulia. Ancora oggi assistiamo a fenomeni di bullismo e cyberbullismo, ma anche sessismo, razzismo, omofobia, mascolinità tossica e violenza sugli uomini e sulle donne. Per evitare che ciò succeda anche alle generazioni prossime, è necessario cominciare a lavorare sui giovani adesso, per educarli affinché imparino ad affrontare la vita che li aspetta al di fuori delle mura scolastiche nel modo più corretto e rispettoso possibile, prima che sia troppo tardi. E’ piuttosto triste il fatto che la società odierna si basi prevalentemente sull’esteriorità. Dei canoni di bellezza ce ne parla sempre Giulia. Il così detto “body shaming” (ovvero derisione del corpo altrui), non è una novità al giorno d’oggi. Purtroppo siamo abituati a vedere in televisione troppe celebrità considerate “perfette” agli occhi del pubblico, e questo non fa altro che provocare una forte perdita di autostima da parte di chi, secondo i canoni di bellezza, non è considerato tale, nonché depressione o addirittura suicidio. E’ il caso di Valentina Dallari, una ex-partecipante dello show condotto da Maria De Filippi “Uomini e Donne”. Ella ha infatti dovuto combattere una pericolosa battaglia contro l’anoressia. Cominciò tutto quando sul web individuava di continuo foto di modelle, dei loro corpi ritenuti perfetti dagli utenti, e del thigh gap, ovvero lo spazio tra le cosce, tanto che Instagram ha dovuto bannare quell’hashtag che era considerato un incubo per tutte le ragazze.  “Mi dicevo che se fossi diventata così magra avrei avuto più follower e più brand“, ribadisce in un’intervista. Ma ad aggiungere benzina al fuoco furono i commentatori sotto i suoi post, i quali offendevano il suo fisico con epiteti malevoli. La ragazza, dopo varie cure in ospedale, ha poi raccontato la sua esperienza  in un blog, affermando di aver quasi sfiorato la morte. Ma Valentina non è l’unica tra le celebrità ad essere vittima di body shaming. Anche la cantante inglese Adele, infatti, ha avuto molte difficoltà negli ultimi tempi. La cantante britannica, in occasione del suo compleanno, lo scorso maggio, aveva postato una sua fotografia in cui appariva  molto dimagrita. E’ risaputo che Adele, in passato, è stata vittima di derisioni a causa del suo aspetto fisico che non è mai rientrato nei classici standard di bellezza, ma, nonostante la dieta, sono sorti comunque commenti offensivi che la accusavano di “aver tradito se stessa”. Per ultima c’è la giovane cantante americana Billie Eilish, che ultimamente è stata fotografata mentre camminava in canottiera, pantaloni corti e ciabatte, da alcuni paparazzi. La foto è diventata virale nel giro di poche ore, ma la cantante (la quale ha sempre indossato vestiti larghi per evitare questo genere di offese) non ha minimamente reagito. “Comunque fa più schifo di Adele”, è un esempio dei commenti esplosi su Twitter. La diciottenne, come molti altri ragazzi e ragazze in tutto il mondo, non ha mai avuto abbastanza confidenza con il suo fisico, e in un video che ha postato sul web chiamato “Not my responsability” (“Non è una mia responsabilità”), spiega tramite un toccante monologo che il suo valore non si basa sui pregiudizi e le percezioni altrui, e che nonostante nessuno abbia mai visto interamente il suo corpo non smettiamo di giudicarlo ogni giorno. I social media, come è ribadito nel nuovo docufilm “The Social Dilemma“, aumentano il rischio di depressione, ansia e suicidi. L’ossessione dell’essere belli, perfetti e popolari, non fa altro che incoraggiare la generazione Z, ovvero la generazione che dovrebbe dare l’esempio a quelle prossime, a valutare le persone  in base all’aspetto fisico, l’orientamento sessuale o addirittura al numero di follower. Così facendo si provoca un notevole distaccamento sociale che, piuttosto che unire le persone in un unico grande sistema, le suddivide fino ad isolarle. Ciò è alquanto rischioso. Per avere un futuro umanamente migliore e finalmente civile è necessario modificare ed educare il presente.