Una generazione inclusiva

di Giulia Corona, 2B

I giovani propongono è un progetto che è stato fortemente voluto dall’agenzia di stampa Dire per dare voce e spazio ai giovani studenti e studentesse. Noi gli abbiamo chiesto ciò che secondo loro è davvero necessario e importante in questo momento storico per loro, per i loro coetanei, ma non solo: per tutti i cittadini e per la nostra comunità”, così esordisce Marta Nicoletti, mediatrice dell’incontro conclusivo di tale iniziativa. Otto ragazzi si sono cimentati nell’elaborazione di una proposta di legge che hanno poi presentato durante la diretta su Youtube.

Dei giovani si parla poco o a sproposito”, inizia il direttore dell’agenzia Dire, che continua dicendo che i giovani sono il futuro e che il progetto è nato dalla convinzione che meritino spazio e ascolto.

La prima proposta ad essere presentata è quella di Mercedes Maria Vitali, una studentessa del Politecnico di Milano. Mercedes parla dell’introduzione dell’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole. I vantaggi di un percorso di questo tipo si vedono in diverse indagini: in quella del 2013 realizzata dal Dipartimento di Direzione Generale delle Politiche Interne dell’UE viene dimostrato come nei Paesi in cui l’educazione sessuale è obbligatoria vi sia una riduzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Inoltre parlare della sfera sessuale permette anche di aver maggiore coscienza di sé e di costruire rapporti interpersonali più sani”.

Il secondo a parlare è Emanuele Caviglia: “In Italia le madri hanno un problema di work life balance molto più degli uomini”. Emanuele, uno studente dell’Università Tre di Roma, espone una problematica femminile, che riguarda il lavoro e la famiglia. Le donne sono infatti costrette a scegliere fra l’essere madri o l’essere donne in carriera; Emanuele propone di creare più strutture pubbliche per l’infanzia, organizzare nelle aziende degli asili nidi e dei baby pit stop oltre che il tagesmutter. L’ultima soluzione proposta da Emanuele è l’estensione del congedo di paternità.

Successivamente è intervenuta Erica Ardu, alunna liceale di Catania. “Fornire un supporto finanziario adeguato all’università e alla Ricerca è il primo passo per far ripartire l’economia del Paese”, Erica afferma inoltre che finanziare la Ricerca porterebbe un rafforzamento della cultura italiana e rallenterebbe il fenomeno della fuga dei cervelli, riducendo lo spopolamento demografico.

La mia proposta è stata quella di introdurre una nuova materia di studio a scuola: l’educazione sociale, perché i giovani hanno bisogno di elementi per analizzare ciò che accade intorno a loro e di essere educati a rispettare tutte le persone e la natura che li circonda. E’ fondamentale per loro parlare di emozioni, di sessualità, di parità e di discriminazioni, per poterle riconoscere.

Secondo la mia esperienza la scuola non prepara abbastanza per il mondo lavorativo”, dice Dasha di Martino, studentessa presso un istituto tecnico di Pescara, e consiglia di strutturare meglio l’esperienza di PCTO dando l’opportunità agli studenti di ricoprire ruoli di maggiore importanza.

Francesco Pio Suraci, liceale di Reggio Calabria, vorrebbe modernizzare la didattica e fornire nuovi spazi alla scuola. “La scuola deve mirare a far raggiungere a tutti gli studenti i livelli più alti della società, senza distinzione di razza, di sesso o orientamento sessuale; deve essere quindi pronta, attrezzata ed aperta per accoglierci”.

 Chiara Citino, dell’Università degli studi di Milano, insieme ad altre due ragazze: Alice Biscuola e Teresa Tessari, nel mese di giugno ha lanciato una petizione su Change.org per denunciare la mancanza di considerazione dell’università nella progettazione della ripresa post-covid. Chiara ritiene infatti che da questa situazione difficile che abbiamo vissuto si possano trarre degli spunti per migliorare la qualità dell’istruzione universitaria.

L’ultima proposta, quella di Martino Monticelli, è stata anche apprezzata dal ministro per le politiche giovanili e per lo sport Vincenzo Spadafora, che ha preso parte alla diretta. “Mi piacerebbe avere più spazi verdi in Italia”, dice Martino, alunno di una scuola media di Genova, “Ogni capoluogo di regione dovrebbe avere almeno un parco attrezzato con postazioni per l’attività fisica, piste ciclabili e campetti, ma anche biblioteche con postazioni pc a ingresso gratuito”.

Questo incontro ha mostrato una parte molto attiva e consapevole della generazione Z, una generazione piena di risorse, forse capace di costruire un futuro migliore. L’evento ha portato alla luce i bisogni dei giovani che hanno voglia di fare parte di una comunità più aperta e inclusiva. “Credo che la vostra generazione avrà un ruolo fondamentale nella storia del futuro che ci attende”, afferma la ministra per la famiglia e per le pari opportunità Elena Bonetti  durante il suo intervento, Parlare di donne, di diversità, di educazione sessuale, di didattica integrativa significa costruire già oggi una società che abbia il volto dell’umanità che vogliamo essere”.