Lorenza Carmen Battista racconta “Perché”

Lo scorso 3 ottobre, due studenti del Polo Liceale Mattioli di Vasto hanno rappresentato l’Istituto e  l’Abruzzo a Lampedusa, per la ricorrenza della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza. La nostra scuola è risultata vincitrice del concorso “Porte aperte a Lampedusa”, indetto dal MIUR, a cui ha partecipato con un video che racconta le emozioni e i timori delle persone che affrontano un lungo viaggio in mare, sia durante il percorso, sia dopo lo sbarco.

Ad accompagnare le immagini, una canzone scritta e cantata da un’alunna del Liceo Musicale, Lorenza Carmen Battista, che l’ha registrata dopo averla arrangiata con l’aiuto dei professori di strumento.

La canzone, intitolata “Perché”, narra di una donna che decide di salire su un barcone e di intraprendere un lungo viaggio sul mare per cercare una vita e un futuro migliore.

Lorenza ha risposto alle nostre domande, raccontando la sua canzone e la sua esperienza a Lampedusa.

Com’è nata l’idea della canzone?

Ho deciso di scrivere questa canzone perché mia madre ha lavorato in un centro d’accoglienza e mi ha sempre raccontato aneddoti e esperienze delle persone che incontrava a lavoro. In tv, poi, sentivo spesso parlare di immigrazione e delle tragedie che avvenivano a largo di Lampedusa e questo mi ha spinto ancora di più a scriverla.

Come sei riuscita a immedesimarti in una donna migrante e a raccontare i suoi sogni e le sue paure?

Quando ho scritto il testo, in un primo momento ho scelto di non specificare il genere, con l’intenzione di renderlo universale, intendendo, quindi, l’uomo come essere umano. In seguito, però, sentendo il bisogno, come donna, di potermi immedesimare meglio nel personaggio di cui racconto il viaggio, ho modificato alcuni versi, scegliendo di narrare la storia dal punto di vista di una donna. In ogni caso, la canzone continua ad essere rivolta a tutte le persone che affrontano quotidianamente le difficoltà e le paure di cui parlo nel testo.

Come è avvenuta la fase di arrangiamento e di registrazione?

Inizialmente la canzone era solo per chitarra, ma per poterla registrare abbiamo iniziato a provare diversi arrangiamenti, improvvisando e giocando sull’accompagnamento. Una volta capito il modo in cui volevo che fosse il prodotto finale e quindi scelti gli strumenti con cui accompagnare la mia chitarra, i professori, con l’aiuto anche dei miei compagni, hanno iniziato a scrivere delle parti adatte alla canzone, fino a che ho deciso quale struttura mi piacesse di più, suggerendo, quindi, di modificare alcune parti che non mi convincevano. In studio di registrazione, abbiamo prima registrato con la mia chitarra e poi con tutti gli altri strumenti, come violini, violoncello, piano e una seconda chitarra. Solo infine abbiamo registrato la voce.

Nel titolo della canzone già anticipi la domanda che poi sarà il fulcro di tutto il testo, “Perché?”. Recarti a Lampedusa e ascoltare le testimonianze dei superstiti e delle persone del luogo ti ha aiutato a rispondere al tuo interrogativo?

L’esperienza a Lampedusa mi ha fatto comprendere il privilegio che abbiamo di poter avere una casa in un posto sicuro, senza essere costretti a scappare a causa della miseria o delle guerre, lasciandosi alle spalle la morte. Quindi penso che la risposta al “Perché” sia semplicemente dovuta alla fortuna di poter nascere in una determinata parte del mondo rispetto ad un’altra.

Ciò che hai vissuto, visto e ascoltato in prima persona a Lampedusa ti è stato di ispirazione magari per un’altra canzone?

Quest’esperienza mi ha permesso di informarmi ancora di più sul tema dell’immigrazione, ma soprattutto di poter ascoltare con le mie orecchie i racconti e le testimonianze dei superstiti della tragedia del 3 ottobre, e quindi di percepirne tutte le emozioni. Tutto ciò che ho ascoltato potrà sicuramente essere di ispirazione per un progetto futuro.

A Lampedusa hai potuto esibirti davanti a ragazzi provenienti da tutta Italia e a personalità importanti nel campo del giornalismo e dell’informazione. Come è stato poter far conoscere la tua canzone e cantarla nel luogo che più di tutti rappresenta un punto di salvezza, e in alcuni casi, purtroppo, di morte, per le persone che cercano di raggiungere l’Europa?

A Lampedusa, ho avuto la possibilità di esibirmi due volte: la prima all’inizio della conferenza con i giornalisti delle principali testate e riviste italiane ed ero emozionatissima; la seconda volta in un momento molto toccante, cioè la mattina del 3 ottobre alle 3:30, orario in cui è avvenuta la tragedia, davanti al monumento riportante i nomi di tutte le vittime. Il ricordo di queste vittime, accompagnato dalla canzone, è stato davvero commovente e ha creato un clima di riflessione e di raccoglimento indimenticabile.

A seguire il videoclip della canzone, girato presso il trabocco Cungarelle da Sara Di Tanna e Valerio Tinari.

Simone Di Minni