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PANDEMIA DA COVID-19. MUSACCHIO: ECONOMIA LEGALE AD ALTO RISCHIO DI INFILTRAZIONI MAFIOSE.

Deve farci riflettere l’allarme lanciato da Vincenzo Musacchio, giurista e professore di diritto penale, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA) e ricercatore dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Durante il Seminario interattivo organizzato dalla School of Public Affairs and Administration della Rutgers University di Newark, il professore ha ribadito l’altissimo livello di infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale e le enormi opportunità offerte alle mafie dal dilagare della pandemia da Covid-19. Musacchio si sofferma sulle metamorfosi delle nuove mafie che sono passate dall’uso di metodi violenti all’utilizzo di strumenti corruttivi. Sempre secondo il giurista, le mafie, oggi, stringono relazioni di potere, esercitano l’impresa interferendo sui mercati legali e ne condizionano lo sviluppo e la concorrenza. “Possono contare su un sistema di collusioni e contiguità composto non solo di imprenditori, ma anche di commercialisti, avvocati, magistrati, professionisti, che la sostengono, l’agevolano, la consigliano e la usano anche per un proprio tornaconto”. Non bisogna abbassare la guardia nei confronti delle organizzazioni mafiose transnazionali, conferma Musacchio. In Italia particolare attenzione va riposta sulla ‘ndrangheta. “Le nuove mafie si sono modernizzate e si sono adeguate velocemente alle innovazioni tecnologiche e interattive e oggi sono costituite di persone laureate, preparate professionalmente e ben inserite negli ambienti di potere”. “Gli intrecci con professionisti e amministratori pubblici agevolano quell’infiltrazione mafiosa invisibile sia nell’economia legale sia nella società civile”. Alla luce di queste considerazioni, Musacchio ribadisce come la crisi economica generata dal Covid-19 offrirà nuove opportunità alle mafie, che hanno necessità di riciclare le immense liquidità di cui dispongono. I settori a rischio sono quelli in cui le mafie si sono specializzate nelle passate emergenze, come le imprese multiservizi (mense, pulizie, disinfezione), l’intermediazione della manodopera, la filiera del ciclo dei rifiuti, le imprese di costruzione; ma anche quelli che appaiono particolarmente lucrosi, come la produzione e il commercio di dispositivi di protezione individuale, oltre che l’impresa del turismo, della ristorazione e alberghiera. Il professore parla, dunque, apertamente di “welfare mafioso” di “punto di riferimento economico e sociale” per chi non riceve gli aiuti da parte dello Stato. “Le mafie erogano la cassa integrazione laddove non arriva, s’inseriscono nelle future competizioni elettorali, concedono prestiti di denaro a titolari di attività commerciali di piccole e medie dimensioni”. “Per infiltrarsi nell’economia legale, utilizzano servizi illegali a prezzi molto competitivi”. Musacchio fa comprendere come per impedire che l’economia sana sia inquinata da quella criminale occorre una diffusa consapevolezza degli scenari in cui operano le nuove mafie. “Questa nuova frontiera del contrasto al crimine organizzato impone una preparazione e una formazione “mirata” delle nostre risorse investigative e giudiziarie sulla criminalità economica e sui delitti contro la pubblica amministrazione, soprattutto in quelle aree di non tradizionale radicamento mafioso”. “Le nuove mafie sono diventate potenti quanto i governi nazionali in molte parti del mondo”. “Hanno contatti criminali a ogni livello per cui sono diventate entità da studiare a livello geopolitico”. “Queste reti criminali sono organizzazioni potenti e consolidate, simili a una multinazionale, in grado di influenzare il modo in cui i paesi interagiscono tra loro”. “Senza dubbio, la criminalità organizzata di oggi costituisce un vero fattore di potere e di condizionamento nell’ambiente politico, sociale ed economico globale”. È quindi indispensabile – secondo il professore – rinvigorire la cooperazione investigativa e giudiziaria nella lotta alla criminalità organizzata transnazionale e l’Italia in termini di esperienza ha molto da offrire sia a livello europeo, sia internazionale. Sarebbe, infine, auspicabile – termina Musacchio – creare una piattaforma mondiale per lo scambio di esperienze di ricerca e di studio in tema di prevenzione e lotta al crimine organizzato. (Lucia De Sanctis – blogger).