L’ aborto: diritto o omicidio?

Il lungo processo verso la libertà di scelta. A differenza dell’ Italia il governo polacco rinnega un diritto umano.

L’ aborto è un omicidio o un diritto?

L’aborto è l’interruzione della gravidanza, con la rimozione del feto o dell’embrione dall’utero.

Ci sono varie tipologie di aborto: quello spontaneo e quello indotto, quindi intenzionato.

In alcune zone l’aborto indotto è legale solo in casi speciali, come lo stupro, malformazioni del feto, povertà, rischio per la salute della madre o incesto.

Proprio per queste restrizioni talvolta le donne che intendono interrompere la gravidanza ricorrono a metodi non sicuri: auto interruzione, affidamento a persone incompetenti oppure strutture non adeguate, ciò può portare a gravi complicazioni; come l’ aborto incompleto, la sepsi, emorragie e danni agli organi interni.

Nel tempo si sono affermate varie scuole di pensiero in merito: coloro che sostengono sia un omicidio, poiché credono che la vita del feto inizi già dal suo concepimento, pertanto non dovrebbe essere legalizzato; altri sostengono che le scelte riguardanti il proprio corpo debbano essere rispettate, quindi l’ aborto deve essere considerato un diritto.

Anche in Italia le donne non potevano abortire prima del 1978 e l’ interruzione volontaria di gravidanza era considerata reato dal codice penale.

Dal 1975 si avviarono numerose manifestazioni e proteste per promulgare la legge sull’ aborto e anche i partiti politici si schierarono.

Solamente nel 1978 però venne promulgata la l. 194, che da allora consente alla donna, nei casi previsti, di poter ricorrere all’ interruzione volontaria della gravidanza (IVG) in una struttura adeguata. Se oramai laborto è previsto dalla Costituzione italiana, ancora oggi non tutte le donne del mondo hanno questo diritto.

In Polonia per esempio, il 21 Ottobre 2020, la Corte costituzionale ha pronunciato la sentenza che vieta l’ aborto anche in caso di grave malformazione del feto rendendo ancora più restrittiva una tra le leggi più rigide d’ Europa, centinaia di migliaia di uomini e donne polacchi sono scesi in strada per difendere il diritto all’ aborto: -“È uno scandalo che nel XXI secolo dobbiamo rinunciare a diritti fondamentali per le donne in un grande Paese europeo. Non siamo più nel medioevo e le donne polacche dovrebbero avere gli stessi diritti di tutte le altre”-, ha affermato un partecipante.

Anche il Consiglio d’ Europa si è espresso al riguardo protestando questa decisione, la commissaria UE dei diritti umani commenta: -“È un triste giorno per i diritti delle donne”-.

Dopo settimane di cortei di massa il governo polacco ha fatto marcia indietro ritardando la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale prevista entro il 2 novembre.

Ma la questione sarà veramente finita?

L’ abolizione del diritto di abortire, per una donna, quando e se lo vuole, equivale a una maternità obbligatoria, un abuso di potere da parte dello Stato, cosa inammissibile in una società civile.

Se lo Stato è laico, vale a dire che deve provvedere al “bene comune”, non deve e non può privare l’ individuo della propria libertà di scelta.

Ester Frascino e Sofia D’Amato, 2Q