I pancake

Un sabato mattina Ermenegildo e Ubaldo si svegliarono all’alba per preparare la colazione ai loro genitori. Ermenegildo era un ragazzo dal volto buffo: aveva due denti pronunciati inclinati verso l’esterno, due enormi orecchie e i capelli alla Albert Einstein. Indossava sempre dei pantaloni arancioni e delle magliette strette che gli rendevano impossibile anche bere un bicchiere d’acqua.

Ubaldo, il fratello minore, aveva invece il naso che pareva una montagna russa, ma la cosa più particolare era il suo modo di parlare, come se si tappasse il naso! I due erano molto diversi e possiamo senz’altro dire che l’unica cosa che li accomunava è la bruttezza dei loro nomi! Quella mattina si fiondarono subito in cucina dove, seppur in modo inesperto, si misero all’opera. Volevano preparare dei semplici pancake e proprio perché semplici decisero di non consultare nessuna ricetta. Ci vorrà pur dell’olio per cucinare! – esclamò Ermenegildo altezzoso e presuntuoso e, con la dubbia approvazione del fratello, gettò più di mezza bottiglia d’olio in padella.

Ubaldo però voleva rendersi utile, così corse come un fulmine a prendere la prima cosa venutagli in mente, una confezione di uova. La prese dal frigo e si voltò per tornare dal fratello quando, ignaro del tappeto arrotolato, cadde gettando le sei uova un po’ dappertutto: sulle mura, sul quadro di Monet, in faccia al fratello e sulla testa del padre. I loro genitori infatti si erano appena svegliati e sentendo quel trambusto erano scesi in cucina.

L’idea dei pancake svanì assieme alle uova dopo una rapida doccia e, con la scusa di festeggiare il sessantasettesimo giorno da cinquantenne della madre, andarono in un bar vicino casa a consumare la colazione.

Come si dice? Meglio un uovo oggi che una gallina domani!

Elisa Agata Indaco 1QL