La Tavola Ouija

La curiosità per il paranormale.

Tutti, almeno una volta nella vita, hanno sentito parlare di fenomeni paranormali, di fantasmi, di spiriti vaganti: dicerie popolari o semplici storielle impiegate per spaventare i più piccoli, che sono presto diventate vere e proprie leggende. L’uomo da sempre è ammaliato dall’ignoto e cerca continuamente di comprendere fenomeni a lui inspiegabili.

Ne sono la prova un gruppo di amici inglesi amanti del paranormale, che un giorno ebbero l’idea di visitare una casa abbandonata. All’interno di questa casa, precisamente nel sotterraneo, trovarono la “tavola ouija”, il mezzo con cui, a detta loro, sarebbero riusciti a parlare con uno spirito. Ma cos’è la tavola ouija?

La tavola Ouija.

Ouija è una tavolozza, generalmente di legno, sulla quale sono disegnate o incise delle lettere, dei numeri e le parole “sì”, “no” e “arrivederci”. Con l’aiuto di un cursore, con al centro una lente, sul quale le persone interessate a parlare con uno spirito posano le dita, lo spirito comunica i suoi messaggi, muovendo il cursore e indicando le lettere che comporranno delle parole.

Quindi, la tavola ouija è un vero mezzo di comunicazione con il mondo dei morti? C’è una spiegazione scientifica o questa è la prova dell’esistenza del paranormale?

Il funzionamento della tavola Ouija.

Alla tavola può essere ricondotta una legge scientifica, chiamata “effetto Carpenter”, che ne spiegherebbe il funzionamento. Secondo l’effetto Carpenter, la nostra mente è in grado di generare piccoli movimenti meccanici involontariamente. A spiegare questo effetto ci pensa il pendolo di Chevreul. Quello del pendolo è un test molto facile da capire e da riprodurre anche a casa. Verte sulle risposte ideomotorie, ovvero tutti quei micro movimenti impercettibili di cui non siamo coscienti. Bastano un foglio, dove sopra si è disegnato un cerchio con una X al centro e A, B, C, D alle estremità, e un pendolo (o un oggetto in grado di emularlo). Si tiene il pendolo tra le dita, si sceglie un verso per il “vero” e uno per il “falso”, poi si comincia a rispondere alle domande, talvolta correttamente, talvolta erroneamente.

Si può notare che dopo alcune risposte il pendolo comincerà ad oscillare nonostante lo si sta tenendo “fermo”, e questo proprio a causa dei movimenti involontari creati dalla nostra mente. Lo stesso concetto si ricollega dunque al funzionamento della tavola ouija, tuttavia con alcune stranezze assenti all’appello. Una su tutte, il rito con la tavola. Questo comprende più partecipanti aventi menti diverse con ragionamenti diversi. Grazie all’effetto ideomotorio, e alla suggestione dei partecipanti, il cursore viene involontariamente mosso sulla tavola. Chi è stato coinvolto in tali eventi ha dichiarato che gli “spiriti” compongono soprattutto parole senza senso. Questo perché, essendoci più menti a concentrare la propria forza sul cursore, ciascuna lo spinge verso le lettere che vorrebbe vedere individuate.

Queste testimonianze non hanno però convinto i più fanatici del paranormale, sicuri invece delle doti ultraterrene della tavola.

Voi, invece? Pensate siano tutte dicerie?

Lorenzo Di Nicola