Covid e ansia: consolarsi col cibo

Da qualche mese, la nostra vita è stata stravolta da questa pandemia che ci ha colti davvero di sorpresa. Chi mai avrebbe immaginato a febbraio che, di lì a poco, tutto sarebbe stato stravolto, le nostre abitudini cambiate al ritmo quotidiano dei DPCM e che il nostro stato d’animo sarebbe divenuto sempre più angosciato per via delle preoccupazioni  legate al COVID-19.

Questa emergenza ci ha costretti ad adattarci ad una nuova realtà, a cui ovviamente non eravamo preparati e che stiamo subendo in un clima di incertezza, anche politica, che si ripercuote su tutte le categorie sociali e in tutti i settori: dalla scuola ai commercianti, dalle imprese ai liberi professionisti. Nessuno sa se domani i contagi avranno raggiunto un nuovo triste record, per cui ci sarà una nuova chiusura parziale o totale, breve o duratura.

Il virus ci ha soggiogati tutti, regalandoci un senso di insicurezza e di precarietà mai vissuto prima. Tutto ciò che ci sembrava normale ha acquistato il sapore nostalgico di un tempo ormai passato. Tante cose ci sono mancate durante il lockdown, abbiamo conosciuto e sperimentato cosa significhi essere privati della propria libertà, quanto essa sia preziosa in ogni sua espressione. Che dire, poi, delle relazione, della socialità limitata, del distanziamento sociale… del non potersi abbracciare, sfiorare, baciare, del non poter  uscire con gli amici, andare ad una festa, camminare per le strade affollate con la solita spensieratezza e senza aver paura dell’altro. In questa situazione particolare di “solitudine” forzata, il cibo ha giocato un ruolo da protagonista nella vita di tutti noi.

Abbiamo impastato, mescolato, sminuzzato, tritato e fotografato ogni passo della nostre personalissime puntate casalinghe di chef improvvisati, abbiamo ricercato le ricette più strambe per riempire il vuoto dei giorni e per consolarci, in qualche modo. Abbiamo invaso i social con le nostre presentazioni di piatti, pizze e torte. Abbiamo trovato nei social media un valido aiuto per condividere ancora pezzetti di vita con gli altri…lontani ma vicini, con un click! Come se non lo sapessimo già, abbiamo toccato con mano lo stretto rapporto esistente tra stress e cibo, mancanze e dolci, ansia e cucchiaiate di Nutella. Chiusi palestre, cinema, discoteche e centri estetici, nella nostra nuova quotidianità ci sentiamo ancora più soli e impotenti dinanzi alle emozioni negative ed è molto probabile che ci si senta spesso spaventati  e vulnerabili. Di conseguenza, il cibo svolge una funzione consolatoria: si prova la cosiddetta fame nervosa ossia la fame scatenata non dal bisogno di nutrirsi ma da bisogni  emotivi. Il cibo diventa un mezzo per sfogare le proprie frustrazioni, riempire i propri vuoti e gestire le  emozioni. Si mangia per distrarsi dall’angoscia delle notizie del telegiornale, per colmare quel vuoto generato dalla forzata solitudine; si cucina come chef per non pensare all’incertezza del domani,  alla paura di essere contagiati, alla preoccupazione per i proprio cari o più semplicemente per passare il tempo e fare qualcosa di diverso. Si mangia fino alla sazietà soprattutto cibi grassi, dolci o salati, che ci fanno sentire bene grazie al rilascio della dopamina. Si predilige pasta magari fatta in casa, pane appena sfornato e… fotografato.  Carboidrati senza fine perché c’è un bisogno disperato di quella famosissima serotonina responsabile del nostro umore…Che il potere del cibo sia con noi allora! E che torni presto il buonumore!

Lorenzo Iodice, III A