Covid-19 e profezie, Sylvia Browne tra veggenza e frode

Sylvia Browne, autoproclamatasi veggente e medium, tra le pagine di uno dei suoi libri intitolato “Profezie. Che cosa ci riserva il futuro”, pubblicato nel 2004, scrive:

“Entro il 2020 diventerà di prassi indossare in pubblico mascherine chirurgiche e guanti di gomma a causa di una epidemia di una grave malattia simile alla polmonite, che attaccherà sia i polmoni sia i  canali bronchiali e che sarà refrattaria a ogni tipo di cura”

Tali parole, le quali sembrano proprio rispecchiare la situazione attuale d’emergenza epidemiologica da Coronavirus, sono state oggetto di discussioni e indagini. Gli studiosi infatti, affascinati dalla profezia, stanno cercando di stabilire la veridicità di tali affermazioni.

A destare maggiore preoccupazione, però, sono le parole aggiunte in seguito dalla sensitiva, la quale afferma che: “ Tale patologia sarà particolarmente sconcertante perché, dopo aver provocato un inverno di panico assoluto, quasi in maniera più sconcertante della malattia stessa, improvvisamente, sparirà con la stessa velocità con cui è arrivata, per poi ritornare dopo dieci anni e, solo dopo, sparire completamente”.

Sono molti a ritenere inaffidabili le parole della Browne, per aver fornito più volte informazioni inesatte. In particolare, la donna risulta essere stata processata e condannata per frode finanziaria ed appropriazione indebita nel 1992.

I dubbi sulla preveggenza della scrittrice scomparsa nel 2013 restano, e con l’incertezza e la diffidenza per le sue parole, anche una certa curiosità e perplessità.

Dovremmo affidarci a ciò che ha detto Sylvia Brown o si tratta solo di un’ enorme coincidenza o altro ancora?

Per esserne certi non ci resta che attendere gli eventi futuri e vedere se il Covid-19 sparirà all’improvviso per poi ricomparire tra dieci anni.

Chiara Guarino 3A