La Felicità? …Dipende da noi!

Ogni uomo, nel corso della sua vita, si è interrogato almeno una volta sulla felicità, non tanto su cosa fosse, tanto quanto su come raggiungerla. Tutti, che siano giovani o anziani, continuano incessantemente a desiderare quella felicità che magari hanno conosciuto, ma solo per un breve lasso temporale. A quella che è forse la più grande domanda che dall’inizio dei tempi si perpetua nella mente umana, ognuno di noi, dà una risposta diversa, la propria risposta. Leopardi, come testimoniato nello Zibaldone, arriva ad una conclusione. Egli infatti, ragionando sull “arte della felicità”, afferma che consista nel porsi degli obiettivi, un fine, per non vivere una “nuda vita”. Leopardi è, come sempre, molto attuale. Ci parla di un problema che potremmo definire come un vizio, che è radicato ormai da tempo, nella mentalità giovanile: la superficialità. I giovani voglio essere felici, è la cosa che desiderano di più e cercano la felicità, la sperimentano, ma si accontentano. Si accontentano di quei piccoli piaceri che non si avvicinano neanche lontanamente a quella che è la felicità. Essi, infatti, non vogliono faticare e si ritengono soddisfatti di quella “nuda vita” di cui ci ha parlato Leopardi. È vero, la felicità dovrebbe essere priva di sforzo, di sacrificio, ma non sarebbe così preziosa se fosse così facilmente raggiungibile. Non sarebbe felicità, sarebbe edonismo nell’accezione epicurea, assenza di dolore. L’unico modo per essere felici, come duecento anni fa scrisse Leopardi, è crearsi degli obiettivi. Se ciò che mi rende felice è trascorrere il resto della mia vita insieme alla persona che amo, devo costruirlo ogni giorno. Devo faticare, essere disposta ad accettare dei compromessi, a saper chiedere scusa, a saper amare. Non è sempre facile saper amare, non basta l’amore per amare. Perché provare amore è diverso, è totalmente irrazionale, amare significa scegliere razionalmente di impegnarsi per rendere felice la persona per cui si prova  amore e per costruire qualcosa insieme. Se ciò che mi rende felice è una fruttuosa carriera lavorativa, devo sicuramente studiare, essere eccellente nel mio ambito, rischiare, dedicarmi totalmente a questo. Dante Alighieri ha letteralmente attraversato l’inferno prima di rivedere la donna che lo rendeva felice. Non dobbiamo rassegnarci, tutti possiamo essere felici, l’unica cosa da fare è costruire la propria felicità, creandosi delle tappe da raggiungere per arrivare al nostro obiettivo finale, ossia la cosa che ci rende felici. “Non accontentarti dell’orizzonte, cerca l’infinito”, diceva Jim Morrison. Leopardi lo ha trovato, era oltre la siepe, ma il tuo dov’è?

 

Francesca Zavettieri

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