BANSKY e la Street Art: Game Changer

Un giorno di ottobre la professoressa è entrata in classe ed ha scritto sulla lavagna: “Banksy”

Io credevo fosse semplicemente una parola in inglese, anche se mi sembrava un po’ strano, trattandosi della professoressa di italiano. Miracolosamente ci è stato permesso di usare il cellulare per cercare informazioni sul significato di questa strana parola. Così ho scoperto che…

Banksy è il nickname di uno dei più importanti esponenti mondiali della street art. Non si sa molto circa la sua identità ma le sue prime opere sono comparse a Bristol, in Inghilterra, per poi apparire in città come Londra, Parigi e New York.

La quasi totalità dei murales di Banksy sono realizzati con la tecnica dello stencil, che consiste nell’utilizzo di un modello in cartone che viene poggiato sulla superficie e usato come stampo per l’opera realizzata con vernice spray, in modo da poter riprodurre lo stesso disegno in serie. Si riesce così a realizzare un’immagine in modo economico e soprattutto rapido, dettaglio essenziale quando si realizzano murales in luoghi in cui non si ha il permesso per farlo.

I graffiti di Banksy sono pervasi da una tagliente ironia e danno un interessante e originale punto di vista su questioni che riguardano la politica, l’etica e la cultura attuali, e cosa c’è di più attuale del Covid-19? L’artista non poteva evitare di dare il suo personale contributo artistico raffigurando la sua visione dell’epidemia che ci sta interessando. È nata così l’opera di cui si parlerà in questo articolo.

Painting for saints o Game changer

Grazie per tutto quello che fate. Spero illumini un po’ il posto, sebbene sia solo in bianco e nero”, questo il messaggio che accompagna l’ultima opera di Banksy.

Con questo disegno l’artista vuole rendere omaggio a tutti quei lavoratori che si trovano “al fronte” in questo spaventoso scenario di guerra contro un nemico invisibile. Il lavoro, dal titolo “Game changer” è esposto nel General Hospital di Southampton, e anche la collocazione è significativa in quanto non si trova per strada, né in un museo, ma in un ospedale, fronte principale di questa “guerra”.

L’opera raffigura un bambino che, al posto dei soliti supereroi, gioca con una supereroina vestita da infermiera, e lascia nel cestino i più banali Batman e Spiderman. Il quadro resterà esposto in ospedale fino alla fine dell’autunno e sarà poi venduto in beneficenza. 

Il titolo, “Game changer” o “painting for saints” esprime la visione dell’artista riguardo il virus e tutto ciò che la pandemia ha cambiato nelle nostre vite.

Il bambino gioca in ginocchio, in ginocchio come lo è l’umanità intera in questo momento così difficile, in ginocchio come tutti coloro che hanno perso il respiro, che hanno perso i propri cari. Ma in mano il bambino ha il simbolo di un’intera categoria di persone che stanno lottando per proteggerci, per salvarci, per vincere questa battaglia che sembra non avere fine. Medici, infermieri, ricercatori, scienziati, che lavorano ogni giorno per combattere il nostro nemico, in una lotta in cui anche gli adulti dovrebbero riconoscersi bambini, alle prese con qualcosa di sconosciuto, che non si fa vedere ma che lascia dietro di sé uno scenario ben visibile di dolore.

Come il resto dei lavori di Banksy, quest’opera stravolge le certezze dell’uomo comune, e il suo messaggio, specialmente in questi tempi, arriva dritto al cuore.

Leonardo Musarò 3E