CEFA, seme della solidarietà

Il CEFA, comitato europeo per la formazione e l’agricoltura, è una Organizzazione Non Governativa (ONG) e si occupa di Cooperazione internazionale, è stato fondato nel 1972 da alcune cooperative agricole della Provincia di Bologna, su iniziativa di Giovanni Bersani (scomparso nel 2014, all’età di 100 anni, ha dedicato la sua vita ai più deboli) e padre Angelo Cavagna (prete operaio ed esponente di spicco della nonviolenza, uno dei primi promotori dell’obiezione di coscienza in Italia negli anni 70). L’obiettivo è aiutare le comunità più povere del mondo a raggiungere l’autosufficienza alimentare e il rispetto dei diritti fondamentali (istruzione, lavoro, parità di genere, tutela dei minori), e mettere in atto iniziative che assicurino la crescita di un territorio e un maggiore benessere stimolando la partecipazione delle popolazioni locali affinché diventino protagoniste del loro stesso sviluppo per essere soggetto attivo di democrazia e di pace.

Dopo un primo progetto nel settore dell’educazione, della salute e dei servizi sociali nella Repubblica Democratica del Congo, il CEFA ha avviato un proprio progetto nella provincia di Iringa, in Tanzania, su raccomandazione del presidente della Tanzania Julius Nyerere. Qui è nato il primo progetto di sviluppo rurale integrato. In quegli anni il CEFA decide di concentrare le sue iniziative principalmente in Africa orientale, in particolare Tanzania e Kenya, stabilendo una tipologia di programmi integrati rurali, intesi a coniugare azioni di produzione agricola con progetti di sviluppo sociale, favorendo una partecipazione responsabile della comunità locale. Alla fine degli anni Ottanta, la crescita dei contatti internazionali ha portato all’inizio di una nuova esperienza in Cile. Successivamente, la presenza in America Latina è proseguita con un progetto di riforma agraria in supporto di una popolazione indigena nel nord dell’Argentina. Dal 1992, con l’accelerazione dei tragici eventi in Africa e nei Balcani durante un periodo di drammatici cambiamenti storici, il CEFA ha affrontato nuove situazioni, intervenendo per la riabilitazione in Somalia, Albania, e nei territori dell’ex Jugoslavia (precisamente Bosnia ed Erzegovina ). Nello stesso anno CEFA ha iniziato a partecipare ad un programma di Sostegno a Distanza (SAD), in alcune aree in cui erano già presenti programmi di sviluppo integrato.

All’inizio degli anni duemila vengono avviati i primi progetti con le comunità Maya in Guatemala. Diventa un programma diffuso, riguardante la produzione agricola, la commercializzazione, l’organizzazione e l’artigianato femminile, e il supporto all’organizzazione del catasto pubblico, strumento per garantire concretamente il diritto alla terra e il suo rispetto. Negli ultimi anni CEFA ha avviato attività in Ecuador con progetti agricoli a supporto dello sviluppo della filiera del cacao e con progetti ambientali per la gestione dei rifiuti solidi; e in Tunisia ha avviato la realizzazione di progetti sociali a sostegno delle donne nel campo dei diritti e dell’accesso alle opportunità di lavoro. Infine, sono iniziati interventi in Marocco, Sud Sudan, Mozambico, Etiopia e Libia.

Il CEFA è coinvolto anche in progetti finalizzati allo sviluppo sostenibile nelle aree rurali con azioni rivolte all’agricoltura, allevamento, energia e ambiente, difesa e depurazione delle acque e altre specifiche attività sociali, di formazione ed educazione all’igiene. Negli ultimi anni ha maturato una significativa esperienza in progetti di orientamento sociale (assistenza a bambini, famiglie in difficoltà, giovani e donne in situazioni di precarietà economica) e sui temi della migrazione. CEFA sviluppa progetti in Italia sui temi di Educazione allo Sviluppo e alla Globalità, coinvolgendo scuole affrontando il tema della futura sostenibilità degli interventi, in particolare attraverso la formazione del personale locale associazioni coinvolte nella gestione dei servizi.

Ogni anno il CEFA organizza un’azione di sensibilizzazione fatta in diverse piazze italiane attraverso un evento pubblico di pixel art utilizzando i piatti. Girandoli tutti insieme, appaiono dei simboli che sottolineano come l’educazione allo studio, la formazione agricola e la conoscenza tecnica siano mezzi fondamentale per vincere la fame. L’obiettivo è far riflettere sulla mancanza di cibo e coinvolgere emotivamente le persone che visitano le piazze sui temi della fame. I piatti vuoti da riempire rappresentano la situazione quotidiana di una gran parte della popolazione mondiale.

 

Simona Centonze