Contrapposizione tra la mafia e la cultura della legalità

di Leandro Liviero IV A AFM

In classe affrontiamo il tema della mafia. Resto colpito dal fatto che la mafia possa ottenere ciò che vuole con apparenti “piccoli” gesti. Questa, facendo leva sulla collaborazione di imprenditori corrotti e rappresentanti di settori sociali influenti, può ottenere ciò che più desidera tramite, ad esempio, appalti truccati e riciclaggio di denaro sporco, derivante da attività illecite.

Nell’interessante serie televisiva Suburra, che prende ispirazione da fatti di cronaca, si parla di come la mafia riesca a controllare i traffici illegali di grandi città, come Roma, con modalità accurate tali da non destare sospetti. L’intera narrazione ha sullo sfondo l’assegnazione degli appalti per la costruzione del Porto Turistico di Roma nel quartiere di Ostia. Negli affari malavitosi descritti sono coinvolti vari politici, criminali e persone comuni. Una rappresentazione molto credibile della nostra contemporaneità.

Una via di uscita a questa realtà è da rintracciare nell’Associazione Libera, fondata da don Luigi Ciotti nel 1995. 

Libera persegue vari scopi, come promuovere i diritti di cittadinanza, ma soprattutto ricordare la memoria delle vittime innocenti delle mafie: tra i tanti, i due magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, entrambi uccisi nel 1992. 

Nel corso degli anni, Ciotti è riuscito a dare vita a numerosi progetti e iniziative sui beni confiscati alle mafie. Sono tanti i giovani che «scelgono di fare un’esperienza di volontariato e di formazione civile sui terreni confiscati alle mafie gestiti dalle cooperative sociali di Libera Terra. Segno questo, di una volontà diffusa di essere “protagonisti” e di voler tradurre questo impegno in un’azione concreta di responsabilità e di condivisione» (https://it.wikipedia.org/wiki/Libera._Associazioni,_nomi_e_numeri_contro_le_mafie)

Lo scopo ultimo di queste attività di formazione è di promuovere una cultura della legalità, della libertà e della giustizia sociale, in modo da contrastare la cultura della violenza e della paura.