L’uguaglianza e le sue diverse forme

di Giulia Sablone

Che cosa significa uguaglianza? Usiamo questa parola tantissime volte nel corso della nostra vita, ma per uguaglianza possiamo intendere modi e significati diversi.

Sappiamo innanzitutto di essere differenti nelle condizioni di partenza del nostro esistere da esseri umani e di avere capacità differenti, perché ognuno di noi ha diverse attitudini con le quali affronterà la propria vita. Anche in base alle condizioni e al contesto di nascita, alle diverse opportunità che la vita ci riserva o che ci toglie, a volte non possiamo cogliere delle opportunità alle stesse condizioni degli altri. 

Siamo, quindi, tutti uguali? Assolutamente no e non serve affermarlo perché ognuno di noi ha la propria creatività, ha un bagaglio esperienziale che va ad influire sul percorso di vita. Nutriamo anche diversità di aspettative nei sogni riguardo il nostro futuro e la possibilità di fare scelte proprie, quindi diverse dagli altri, non sottomessi a mode o a culture, anche se ci possono essere eventi imprevisti che possono alterare tutto ciò che avevamo stabilito per via di condizionamenti esterni che giungono all’interno.

Allora come possiamo affermare di essere tutti uguali? Possiamo affermarlo grazie al fatto che, ad un certo punto, ognuno di noi deve affermarsi come l’essere umano quale è, con le sue attitudini diverse da quelle degli altri e con le proprie scelte di vita. Ognuno di noi ha quindi una dignità come essere umano che è originale, diversa e creativa. Possiamo dire, perciò, che siamo tutti uguali nella nostra dignità, nella libertà delle nostre scelte, nei nostri diritti e doveri. Dal principio dell’uguaglianza derivano il riconoscimento e i diritti fondamentali che spettano in modo uguale ad ogni persona.

L’uguaglianza fu uno dei diritti principali reclamati dalla Rivoluzione francese, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nella Dichiarazione dei diritti umani del 1948. In questi documenti emerge che l’uguaglianza è reale a prescindere dal sesso, dall’etnia, dalla cultura e dalla religione, affinché non ci fossero equivoci nel rispettare le differenze che ci sono a livello mondiale tra popoli e persone. Nel 1975 è stato anche affermato il diritto alla differenza per riconoscere a tutti una pari dignità.

Siamo anche tutti responsabili di costruire la nostra vita personale e sociale, insieme agli altri, ognuno con le proprie prerogative e la diversità che aumentano le opportunità. È per noi evidente che sotto il profilo giuridico siamo tutti uguali di fronte alla legge: questa è la condizione per cui ogni persona deve essere messa al pari di tutte le altre, soprattutto per i diritti sociali, politici ed economici.

Pretendiamo uguaglianza di trattamento per tutti.

Le Costituzioni in genere hanno norme che si riferiscono al valore della dignità umana. Ad esempio, l’articolo 3 della Costituzione italiana stabilisce che «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

La Costituzione riconosce il principio di uguaglianza, che è parte essenziale della cultura e del modo di pensare di tutti. Anche se talvolta questo principio viene violato, appartiene alla consapevolezza universale che tutte le persone sono uguali nella dignità e nei diritti.

Esistono due tipi di uguaglianza: 

  • l’uguaglianza formale, per la quale si riconosce a tutte le persone pari capacità giuridiche e a tutti i cittadini pari godimento dei diritti politici;
  • l’uguaglianza sostanziale, secondo cui la Repubblica ha il compito di promuovere, per realizzare, come continua nell’articolo 3, «Il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

Secondo la legge formale, la legge si applica a tutti. In questo senso, il principio di uguaglianza è strettamente legato al principio di legalità, che crea una base comune per tutti gli articoli della Costituzione.
Tutti sono uguali di fronte alla legge e non possono essere emanate leggi che creino disparità di trattamento per alcuni. Per rispettare il divieto di discriminazioni, la legge non può distinguere le persone per il sesso, l’origine etnica, la lingua, la religione, le opinioni politiche o per le condizioni personali e sociali.
L’uguaglianza in senso sostanziale, invece, comporta che le situazioni uguali vengano trattate in modo uguale, mentre quelle diverse in modo diverse, ovvero rispettando sempre gli stessi diritti e la dignità di ogni essere umano.

Si tratta di offrire a tutti le stesse opportunità e rimuovere i fattori di diversità sociale, culturale ed economica esistenti nella collettività. Il principio di uguaglianza sostanziale promuove anche l’aiutare i più deboli, dato che, sempre grazie all’articolo 3, la Repubblica impone l’obiettivo di rimuovere ogni tipologia di ostacolo che la persona umana potrebbe trovare per il proprio sviluppo.

Tutto ciò vale sia per i cittadini italiani che per quelli stranieri.