I BAMBINI SOLDATO

Ancora più di 300.000 minori vengono sfruttati a scopo militare nel mondo. È ora di aprire gli occhi.

Il fenomeno dei bambini soldato si verifica quando dei minori vengono costretti illegalmente alla partecipazione di operazioni militari o di qualsiasi tipo di sfruttamento minorile.

Sebbene anche nelle guerre del passato i minori venivano utilizzati come soldati, nell’ultimo decennio, questo fenomeno sta diventando diffusissimo poiché le ragioni dei conflitti sono ben diverse: si parla di guerre civili interne, contrapposizioni religiose e persino risse tra gruppi politici.
I ragazzi e le ragazze trasformati in vere e proprie macchine da guerra vengono costretti, minacciati e abusati sessualmente al fine di arruolarli per i propri scopi. Bambini di età media ai dieci anni imparano ad usare armi di qualsiasi tipo come un adulto, privandone radicalmente di qualsiasi diritto umano, cominciando dallo stesso diritto all’ infanzia.
Spesso però, le vittime aderiscono a queste organizzazioni clandestine volontariamente a causa della fame, bisogno di protezione o per “vendicare” la morte di genitori o parenti causata da un gruppo militare opposto.
Le conseguenze di questo fenomeno sono innumerevoli. Le ragazze ed i ragazzi che subiscono e sopravvivono a ciò, riportano dei danni gravissimi a livello fisico e non solo. Difatti, nell’ipotesi molto rara per la quale il bambino o la bambina sopravvivesse alla guerra, spesso ne escono mutilati, con gravi infezioni della pelle, patologie respiratorie, stato di denutrizione e malattie dall’apparato sessuale come l’AIDS. Inoltre, i danni sul piano psicologico sono enormi, basta pensare al livello di stress, paura e terrore al quale sono posti i bambini, che graveranno per tutta la vita sulle loro spalle. L’utilizzo delle armi ha ripercussioni pesantissime sui ragazzi che vivranno in un perenne stato di conflitto con il prossimo, vedendo tutti come una minaccia per se stessi.

Talvolta, le povere vittime possono presentarsi anche come una “minaccia” per la propria comunità, in quanto non hanno un minimo di autocontrollo poiché abituati alla forma di violenza più estrema.
Si contano circa trecentomila “pedine” che hanno subito violazioni di ogni genere, a partire dallo stesso arruolamento in contesto bellico, uccisione o mutilazione, violenza sessuale, rapimento e negazione a qualsiasi diritto umanitario esistente. Il tasso più alto di diffusione di questo fenomeno è sicuramente nella Repubblica Democratica del Congo, Afghanistan, Sierra Leone, Somalia e Liberia.
Fortunatamente, sono molte le associazioni umanitarie che arrivano in soccorso di questa emergenza. Possiamo citare INTERSOS, fondata nel 1992, la quale opera a favore delle popolazioni in pericolo al fine di procurare soccorso immediato alle vittime dei conflitti armati clandestini ed illeciti. Inoltre, uno degli obiettivi cruciali è sollecitare e sensibilizzare la società italiana al fin di diffondere la cultura della solidarietà e giustizia internazionale.

Il 12 febbraio, si celebra la Giornata Internazionale contro l’uso dei bimbi soldato. In quesa data, nel 2002, è entrato in vigore il “Protocollo alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.
Fino ad oggi, sono 153 gli stati firmatari, i quali sono impegnati a bandire qualsiasi forma di sfruttamento minorile.
Dunque, sono molto evidenti le numerose iniziative intraprese dai gruppi di tutela dei diritti umanitari, ma nonostante ciò, assistiamo quotidianamente ad un incremento importante di questo gravissimo fenomeno. Ad oggi, solo nella Repubblica Centrafricana, seimila bambini sono coinvolti nei combattimenti, rapiti ed allontanati dalle proprie abitazioni o abusati come schiavi sessuali dai soldati adulti.
Possiamo quindi notare, che la strada verso l’eliminazione di tale orrore è ancora molto lunga ed impegnativa.

Alice Giannantonio 2Q classico Cambridge liceo Vico Napoli