ANIMALI ESTINTI CHE VIVEVANO SULLA TERRA

Oltre ai animali conosciuti da tutti come ad esempio il mammut e il dodo, vi sono animali che non tutti conoscono ma che primeggiavano anch’essi sulla terra, come ad esempio:

Pinguino gigante (kairuku)
È vissuto dopo la morte degli antenati dei dinosauri. Le ossa di questo super pinguino sono state scoperte sulla spiaggia in Nuova Zelanda nel 2005: si tratta di un pinguino, anche più alto di alcuni umani, raggiunge quasi i due metri, ed è stato ribattezzato Kumimanu biceae (il grande uccello mitico del popolo Maori).
Alto quanto un uomo e pesante 80 chilogrammi, nuotava negli oce
I pinguini giganti erano 30 centimetri più alti e pesavano il doppio rispetto alla più grande specie di pinguino vivente, il pinguino imperatore.
La struttura delle zampe inferiori indica che questi pinguini erano anche più abili nel nuoto rispetto ai pinguini attuali; si sono estinti 30 milioni di anni dopo la loro comparsa, quando i grandi mammiferi marini hanno iniziato a dominare le acque.
La causa dell’estinzione di questi animali non è del tutto chiara, ma è probabilmente correlata al drastico cambiamento ambientale. Altre ipotesi possibili includono l’arrivo di nuovi predatori sulle isole dove nidificava o una maggiore competizione per il cibo.

Stambecco dei Pirenei (Capra pyrenaica pyrenaica)
Dal nome ufficiale Capra pyrenaica pyrenaica, era una sottospecie dello stambecco spagnolo che un tempo popolava soprattutto i Pirenei francesi e spagnoli fino al Paese Basco, alla Navarra e alla Catalogna settentrionale. Il calo demografico di questo esemplare ha toccato i massimi livelli lo scorso secolo: già dal 1900 il numero degli stambecchi dei Pireni era sceso al di sotto delle 100 unità, nel decennio
successivo furono contati appena 40esemplari, concentrati nella provincia di Huesca in Spagna. Nonostante i tentativi
di recupero, l’ultimo stambecco fu trovato morto il 6 gennaio 2000 col collo spezzato a causa della caduta di un albero, sancendone così l’estinzione.
Due giorni dopo un team di ricerca biomedica si propose di clonare lo stambecco dei Pirenei tramite le cellule di tessuto ottenute nel 1999, sebbene non si disponesse di cellule maschili per clonare esemplari maschi. Sarebbe stato possibile clonare solo femmine, rendendo però inutile dare continuità alla specie. L’idea di accoppiare i cloni con altre sottospecie di stambecco avrebbe comportato la nascita di esemplari meticci di stambecco.

Ritina di Steller
L’Hydrodamalis gigas – conosciuta come Ritina di Steller, era un enorme mammifero marino della famiglia dei Sirenidi, una via dimezzo tra dugongo e tricheco ma parecchio più grande e senza zanne. Si chiama così perchè la specie venne casualmente scoperta e per la prima volta descritta dal naturalista Wilhelm Steller durante il naufragio della spedizione di Bering. Fu proprio la presenza di questo grande animale a salvare la vita agli ultimi naufraghi stremati dalla fame e dallo scorbuto. La Ritina era un animale fin troppo facile da cacciare e utile per l’uomo a quelle latitudini, d’altra parte non era allevabile essendo un animale marino. La sua distribuzione si andò mano a mano spostando in zone sempre più remote lontano dall’uomo per starne alla larga ma quando questi riuscì a colonizzare tutte le terre emerse, alla Retina non restarono luoghi sicuri di riproduzione all’asciutto. Si stima che la Ritina di Steller sia stato il più grande mammifero esistito in tempi storici, balene a parte.

Quagga
Il Quagga assomigliava in tutto e per tutto ad una zebra nella parte anteriore del corpo e ad un cavallo per il resto. Viveva in Sud Africa e finì nei guai quando arrivarono i primi coloni olandesi boeri. Era facile da cacciare per l’uomo bianco che arrivò armato ed era, suo malgrado, apprezzato sia per la carne
che per le pelli. D’altra parte non era facile da allevare e subiva anche la concorrenza nei pascoli da parte del bestiame dei coloni. L’ultimo esemplare conosciuto fu una femmina allo zoo di Amsterdam che morì nel 1883.

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