Un filo di lana

«Sarebbe bello se la sapienza fosse qualcosa che può scorrere, al semplice contatto, dal più pieno al più vuoto di noi, come attraverso un filo di lana l’acqua scorre dalla tazza più colma a quella più vuota»

Così Socrate ad Agatone nel Simposio di Platone.

 

Potesse essere così semplice l’avventura della conoscenza e della crescita! Basterebbe mettere vicini i corpi, come quando ci si vuole scaldare e ci si abbraccia: la conoscenza si trasferirebbe come il calore e, con essa, l’autoconsapevolezza e la capacità di gestire al meglio la propria vita. Di certo, oggi, un contatto di questo tipo sarebbe alquanto complicato. E comunque anche se fosse possibile, non sarebbe di certo avvincente. Conoscere, crescere e vivere – non soltanto sopravvivere – presuppongono sempre una partecipazione attiva e personale, una ricerca e un desiderio.

Il filo di lana, dunque, non è un travaso, ma è un’esperienza interiore che richiede, da una parte una vasta e fertile solitudine e, dall’altra, uno spazio di apertura e di condivisione con gli altri.

Qual è il valore possibile della solitudine?

Quali sono le dimensioni essenziali della relazione con gli altri?

Questo piccolo percorso, frutto di una ricerca interiore e di un arricchente scambio con alcuni amici, è costituito da nove concettinove nodi del nostro filo di lana – e intende offrire degli spunti di riflessione auspicando nuove domande nei pazienti lettori.

di Patrizia Ciccarella