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XXXIII CONCORSO PROLIFE “Papà! Niente di più semplice, nulla di più essenziale”

Durante la premiazione a distanza, che si è svolta il 4 dicembre scorso, si è aggiudicata il primo premio del Concorso europeo Pro life, per l’a.s. 2019/20, ovvero un viaggio premio a Strasburgo (che si potrà realizzare quando sarà dichiarata la fine dell’emergenza sanitaria) la studentessa Mariarita Schiazza, del corso Scienze umane, della classe V D del Liceo statale “Gonzaga” di Chieti.

Hanno consegnato virtualmente il premio il dottor Micucci Claudio e la sua compagna di vita Giangiulio Carmelita; ha declamato alcuni passi del componimento la professoressa Stella Giuliana, della Commissione che ha espresso il giudizio di merito sugli elaborati inviati dalle scuole. Ha ringraziato i promotori del concorso e i docenti la Dirigente del Liceo “Gonzaga”, Daniela Mezzacappa, elogiando gli studenti che sono disposti a condividere esperienze di crescita, mettendosi in  gioco su tematiche che riguardano -a volte- il loro vissuto quotidiano e personale.

Hanno partecipato le docenti dell’istituto referenti del concorso, professoresse Maria Marulli, Piera Crescenzi, Sandra Carducci e Gabriella Villante.

Si sono aggiudicate il secondo posto  le studentesse Giada Del Grosso, Giulia Di Peppe e Chiara Guidi. Hanno ricevuto il premio di consolazione Ludovica Di Sipio, Agnese Lattanzio, Pierpaolo Monaco, Martina Morganti, Sara Spadaccini.

A rallegrare l’evento on line uno studente-artista, Francesco Pasquini, che ha suonato due strumenti della tradizione abruzzese, la fisarmonica e l’organetto due bassi.

Il componimento che si è aggiudicato il primo posto:

Papà! Niente di più semplice, nulla di più essenziale

Chieti, 16/02/2020 Caro diario, è la prima volta che scrivo, anzi che penso. Mi chiamo Francesco, o Giovanni, o Paolo, mia madre non ha ancora deciso quale nome darmi una volta nato. Sì, io non sono ancora nato. Sono qui dentro da poco più di sette mesi e non vedo l’ora di uscire per vedere i volti di chi ho intorno, di cui ora sento solo la voce. In particolare sono curioso di vedere il volto di mia madre. Lei ha una voce molto dolce, sento che sta preparando tutto il necessario per accogliermi al meglio. Mia madre è aiutata da mia zia, che vorrebbe che mi chiamassi Paolo, come il nonno. Sento spesso anche la voce delle amiche di mia madre, di una in particolare, che mi chiama “ragnetto” e che tranquillizza la mamma nei momenti più bui. Tra tutte le voci però, non ho mai sentito quella di mio padre e, proprio per questo, “scalpito” dalla voglia di conoscerlo. Ci sono diversi tipi di papà: c’è quello autoritario che detta legge in casa, che viene temuto da tutti, ma anche amato. Non so se questo tipo di padre mi appartenga, perché io non ho mai sentito la sua voce e oggi questa figura così autoritaria non esiste quasi più. Attualmente nelle famiglie si tende alla collaborazione, nessuno detta legge agli altri, ma ci si aiuta reciprocamente. Mio padre potrebbe essere il cosiddetto “mammo”, che si prende cura della famiglia e della casa mentre la moglie è al lavoro. Oggi questa figura è sempre più comune e, sinceramente, non mi dispiacerebbe passare un po’ più di tempo, rispetto ai miei coetanei, con papà. Però se mio padre fosse così avrei già dovuto sentire la sua voce, quindi escludo questa opzione. Magari il mio papà è un importante manager che viaggia molto per lavoro, una persona di prestigio, che è costretta a passare molto tempo fuori casa, ma che ama la sua famiglia e cerca di prendersene cura al meglio. Ecco, forse mio padre è proprio così, un uomo in giacca e cravatta, serio e rigoroso sul lavoro, ma nello stesso tempo affettuoso e divertente in famiglia. Chissà in quale parte del mondo si trova in questo momento? Sono sicuro che mi sta pensando. Io vorrei un padre che mi riempisse d’amore e che sia sempre presente, anche se lontano fisicamente. Sono anche certo che, quando nascerò, lui sarà lì ad accogliermi e non vedo l’ora, così potrò finalmente conoscerlo. Quando nascerò sarò troppo piccolo per viaggiare con lui ma, una volta diventato grande, imparerò il suo mestiere, rendendolo fiero di me. Ho sentito che qui vicino c’è anche un parco giochi e sono sicuro che mio padre mi ci porterà spesso, per passare il tempo con lui e con gli altri bambini. Papà sicuramente mi accompagnerà al meglio nel corso della mia vita, appoggiandomi nelle decisioni giuste, ma anche rimproverandomi quando sbaglierò. Mio padre è perfetto e presto lo incontrerò.

Chieti 20/04/2020 Caro diario, sono nato da qualche ora, mi chiamo Francesco e finalmente ho visto mia madre e tutti i miei parenti ,tranne uno: mio padre. Non capisco perché non sia ancora venuto ma, sicuramente, sarà qui a momenti. Probabilmente ora mi starà pensando e sarà triste per non essere riuscito ad arrivare in tempo . Sono convinto che l’aereo sul quale viaggiava fosse in ritardo, ma tra pochissimo sarò fra le sue braccia. Tutti sono esattamente come li immaginavo quindi presto vedrò il mio papà in cravatta che mi stringe al petto. Mia madre è bellissima, quindi mio padre è   senza dubbio affascinante e io, da grande, sarò come lui.

Chieti 16/06/2028  Caro diario, sono cresciuto molto dall’ultima volta in cui ti ho pensato. Ora ho otto anni, frequento la scuola primaria vicino casa, ho molti amici e gioco anche a calcio. Il mio allenatore dice che sono molto bravo. Lui è come un padre per me, è un amico “storico” di mia madre ed è stato lui il primo uomo che mi ha preso in braccio. Anche prima che giocassi a calcio, lo vedevo quasi tutti i giorni e ho un bellissimo rapporto con lui. Giuseppe, questo è il suo nome, mi aiuta con i compiti, mi dà dei consigli e con lui faccio tutto quello che avrei sognato di fare con il mio vero papà. Non ho mai conosciuto il mio padre biologico e non ho mai avuto il coraggio di chiedere informazioni su di lui a mia madre, anche se dovrei farlo.

Chieti 08/03/2030  Caro diario,  è la prima volta che ti scrivo veramente. Ho parlato di mio padre alla mamma. Non l’ho mai vista piangere. Lei non sa chi sia perché è rimasta incinta a seguito di una violenza di gruppo. Di quelle persone non ha visto bene i volti perché quella zona della città, in cui tutto è accaduto, era molto buia. Dopo essere venuto a conoscenza di questa orribile storia, sono felice di considerare Giuseppe un padre. In fondo lui mi ha cresciuto e mi sta sempre vicino. Anche se non è il mio padre biologico, Giuseppe è la mia figura maschile di riferimento. 

Chieti 15/05/2040 Caro diario, ora ho venti anni e oggi mia madre si sposa con Giuseppe. Sono molto felice. Ho sempre sperato che arrivasse questo giorno. Giuseppe, mio padre, è una persona speciale; si è preso sempre cura di me e di mia madre. Sono fiero di dire che Giuseppe non è nel mio DNA, ma nel mio cuore.

Maria Rita Schiazza,  Classe V D Liceo delle Scienze Umane, Anno scolastico 2019-2020