A scuola con i Supereroi – SinapsiLab

Come affrontare lo studio della chimica e della fisica attraverso i supereroi della Marvel Comics.

Lo scopo dell’articolo è quello di far riflettere su argomenti molto importanti legati alla fisica e alla chimica attraverso l’analisi dei supereroi della Marvel Comics. In questo modo ci si può avvicinare ad argomenti anche complessi, utilizzando un linguaggio semplice e facendo riferimento a personaggi molto conosciuti. L’obiettivo è sicuramente quello di migliorare la conoscenza di tali argomenti e impararne di nuovi.

La letteratura alla quale ci si riferisce si basa sui fumetti Marvel di Spiderman, Antman, Flash, Blue Ear, Batman e Hulk. Inoltre si consiglia la lettura del saggio “La fisica dei supereroi” di James Kakalios, tratto dai seminari per le matricole dei corsi di fisica tenuti dal Prof. James Kakalios presso l’Università del Minnesota.

Analizzando ogni supereroe e i suoi poteri, ci si rende  conto di quanto essi siano lontani o vicini alla realtà fisica o chimica alla quale si riferiscono.

Prendiamo ad esempio Hulk e il suo farsi verde. Negli anni ’60. Hulk, conosciuto al secolo come Bruce Banner, era un grande scienziato. Siamo nel periodo della Guerra Fredda e il dottor Banner studiava i raggi gamma. Venne programmata un’esplosione in mezzo al deserto (proprio per studiare l’energia nucleare perché gli Stati Uniti erano in piena fobia per gli attacchi nucleari) e il dottore venne coinvolto in un incidente durante l’esperimento di questo nuovo ordigno atomico. Verrà così investito dalla scarica di raggi gamma dell’esplosione. Qui, ad esempio, abbiamo un chiaro collegamento tra scienza e storia. Riflettiamo quindi sulla multidisciplinarietà dei nostri studi: ogni materia non è fine a sé stessa, ma è possibile creare dei collegamenti ed ampliare i nostri orizzonti. In questo caso potremmo approfondire lo studio dell’energia nucleare, grazie alla vicenda che vede coinvolto Hulk, ma anche riflettere sull’importanza dell’energia nucleare durante la Guerra Fredda.

Facciamo un altro esempio: Flash. E’ stato calcolato che correndo ad una velocità vicina a quella della luce, Flash dovrebbe bruciare circa 75 miliardi di Kcal per ogni 100 Km che percorre. Nella realtà recuperare tale energia sarebbe assurdo, ma Flash nella fantascienza attinge ad una fonte inesauribile.

Pensiamo poi a quando i supereroi salvano le persone che cadono da un’altezza elevata: assistiamo qui ad una evoluzione nei fumetti. Se prima i supereroi attendevano i malcapitati esattamente nel punto dove si sarebbero schiantati, con il tempo si inizia a capire che questo sarebbe stato troppo lontano dalla realtà dei fatti. In effetti un corpo, cadendo ad esempio da un grattacielo, acquista una grande velocità a causa della forza di gravità. Per decelerare istantaneamente occorrerebbe una forza molto grande e il corpo evaporerebbe quasi per l’impatto. Ecco che quindi i nostri supereroi hanno iniziato ad accompagnare verso il basso i corpi cadenti, adeguando quindi le loro azioni alle leggi della scienza in modo da non rendere istantanea la decelerazione.

E ancora: pensiamo a come Spiderman scala le pareti. Farlo con la stessa agilità sarebbe impensabile. Gli scienziati hanno fatto uno studio a riguardo. In particolare gli zoologi hanno messo a confronto specie animali che si arrampicano (raganelle, acari, ragni). Sono arrivati alla conclusione che al crescere della dimensione dell’animale aumenta la zona ricoperta da ventose e peli che servono all’animale per muoversi in arrampicata. E’ stato calcolato che per arrampicarsi come Spiderman bisognerebbe avere un numero 145 di scarpe, ovviamente ricoperte di ventose e peli. Inoltre il ragno che ha morso Spiderman gli ha dato la capacità di generare tele molto robuste. Nella natura un filamento di tela di ragno è 1/10 di capello umano, ma è in grado di catturare insetti che volano anche fino a 24 Km/h.

Passiamo adesso a Blue Ear: qui non entra in gioco solo la scienza, ma anche una tematica sociale molto diffusa ai giorni nostri che è quella dell’inclusione. Il personaggio è infatti il supereroe dei sordi, creato appositamente su impulso di una madre con un figlio nato sordo. Anthony non voleva andare a scuola perché si vergognava di dover indossare un apparecchio acustico, ma con il sostegno di Blue Ear (che aveva il suo stesso apparecchio) tutto divenne più semplice.

Come non parlare poi di Ant-man, l’uomo formica. Siamo negli anni ’70 e questo fumetto uscì in concomitanza con la scoperta dei microchip. Se ci pensiamo bene, senza di essi non funzionerebbe nessuno strumento tecnologico. Ant-man è stato l’alter ego di diversi altri personaggi come Henry Pym, ossia un biochimico che, dopo aver inventato un siero miniaturizzante in grado di ridurlo alle dimensioni di una formica e uno in grado di riportarlo alla grandezza normale, decide di utilizzare la sua scoperta a fin di bene. Egli può quindi diventare molto piccolo, ma anche grande, senza superare però i 18 metri. Perché? Immaginiamolo in piedi: le ossa verrebbero frantumate dall’eccessivo peso.

Un possibile spunto di ricerca, sempre relativo al tema dei supereroi, potrebbe vedere coinvolto proprio Ant-man. Sappiamo che l’etologia è la scienza che si occupa di studiare il comportamento animale. Uno degli aspetti che questa disciplina indaga è la comunicazione, ovvero come gli animali si scambiano messaggi allo scopo di condividere informazioni. Prendiamo il caso delle formiche: vivono in una società molto numerosa e complessa in cui lo scambio di informazioni è fondamentale per il coordinamento di tutte le attività. Immaginiamo di dover svolgere un esperimento in laboratorio: si potrà partecipare direttamente, raccogliendo dati per verificare come le formiche siano in grado di scegliere la strada migliore per raggiungere il cibo e di comunicarlo alle compagne, in modo analogo a Ant-Man che chiede aiuto alle sue piccole supereroine!

In conclusione possiamo affermare che i supereroi sono geni o scienziati, che contribuiscono al miglioramento della società e alla protezione dei più deboli attraverso i loro poteri. La base per divertirci con i fumetti è questa: sospensione dell’incredulità. Una sorta di meccanismo di difesa della nostra mente verso tutto ciò che non è scientifico, ossia la volontà da parte del lettore di sospendere le proprie facoltà critiche allo scopo di ignorare le incongruenze secondarie e quindi godere di un’opera di fantasia. Siccome la mente dell’uomo è sempre tesa alla ricerca della verità, non mancano le occasioni in cui si indaga oltre ciò che si vede. Ecco che quindi se in prima battuta davanti ad un fumetto immaginiamo poteri soprannaturali e supereroi, in realtà, con profonde ricerche e riflessioni, sappiamo che tali fumetti nascondono davvero molti spunti scientifici.

 

di Filippo Mennea