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EMERGENZA COVID E PREVENZIONE DELLA PANDEMIA. COME INTERVENIRE?

Intervista a Giuseppe Occhi, medico, già sindaco di Bormio e attualmente direttore di casa di riposo: “Il ritorno alla normalità sarà lungo. Per ora rispettiamo le regole. Il Morelli? Sanità di montagna va incontro a chi ha difficoltà”.

La pandemia di Covid-19 è in espansione in molti Paesi del mondo compresa l’Italia. Qui, dove l’andamento dei contagi sembra essere in lieve diminuzione, i grafici sulla diffusione dell’agente patogeno sono un continuo sali-scendi da quasi un anno. Il coronavirus, o Sars-CoV2, è un virus che muta e quindi non si sa per quanto si possa rimanere immuni dopo averlo contratto. I medici stanno lavorando molto con turni molto lunghi e stressanti e tanti operatori, per curare gli altri, si sono ammalati.

Di prevenzione e sanità locale in Valtellina abbiamo parlato con Giuseppe Occhi, prima medico all’Ospedale Morelli di Sondalo, poi sindaco di Bormio e ora direttore della casa di riposo ‘Villa del sorriso’ nella cittadina valtellinese

Si può presentare e dire cosa fa nella vita?
Sono Giuseppe Occhi, medico. Ho lavorato all’ospedale Morelli (di Sondalo, ndr) e quando sono andato in pensione sono stato sindaco di Bormio. Attualmente sono direttore sanitario della casa di riposo ‘Villa del sorriso’ di Bormio dove sono presente tutte le mattine. Frequentavo tutti i giorni la casa di riposo fino a quando sono stato costretto all’isolamento.

Come e quando si è accorto di essere positivo al Coronavirus?

Me ne sono accorto del tutto casualmente. Frequentando quotidianamente la casa di riposo sono stato sottoposto, per precauzione, a più tamponi naso-faringei per la ricerca del Sars-CoV2. Tamponi che sono sempre risultati negativi fintantoché ho avuto la sorpresa di un esito positivo: ho quindi trascorso una decina di giorni in isolamento domiciliare al termine dei quali ho ripetuto il tampone, risultato negativo, per cui ho potuto riprendere la mia attività, peraltro mai interrotta grazie alle risorse tecnologiche che mi hanno consentito di lavorare da casa. Parlavo di sorpresa in quanto non ho accusato il minimo disturbo che potesse farmi pensare di essere stato contagiato dal virus ed il riscontro è stato occasionale.

Secondo lei sono stati adottati provvedimenti adatti alla prevenzione della pandemia?
Non sta a me giudicare perché questo nuovo virus ha colto tutti di sorpresa. Non si sapeva nulla ed inizialmente abbiamo brancolato nel buio. Nel corso dei mesi i provvedimenti per limitare la diffusione del virus sono stati adottati anche se purtroppo non sempre rispettati. Credo che occorrerebbe intensificare i controlli. Probabilmente, se tutti rispettassero queste norme, riusciremmo a contenere la pandemia.

È d’accordo con la decisione del presidente della Lombardia Fontana di far entrare la regione in zona gialla?
Personalmente non sono d’accordo perché temo che con questo alleggerimento delle misure restrittive andremo incontro a un terzo picco di contagi: rischiamo di tornare alla situazione della scorsa primavera e dell’estate. Non è tuttavia difficile pensare alle forti pressioni ricevute dai presidenti delle regioni e del governo che, alla fine, hanno dovuto trovare un compromesso, anche a rischio di vanificare i sacrifici fatti fino ad ora. Io personalmente sono per una linea rigida che necessita di rigore nel farla rispettare.

Qual è la sua idea per salvare l’ospedale Morelli di Sondalo e quindi tutta la sanità di montagna, anche in vista delle Olimpiadi 2026, a seguito di questa pandemia?
Io mi auguro che questa pandemia si possa risolvere entro pochi mesi e che il Morelli possa tornare a svolgere la funzione che svolgeva nel recente passato dopo aver svolto un ruolo determinante nella battaglia contro il Covid-19. Nei mesi scorsi si è tanto parlato del salvataggio del Morelli per cui non credo di aggiungere nulla a quanto detto e scritto. Se invece allarghiamo il discorso e parliamo di sanità di montagna, mi consenta di dire che questa non si esaurisce con la difesa dell’ospedale, bensì è importante che la sanità sul territorio vada andare incontro a chi abita in periferia evitando disagi di lunghi e ripetuti spostamenti. In tema olimpiadi – ma non solo – è indispensabile assicurare rapidi trasporti sia via terra che via aria come del resto avviene in molte località che ospitano competizioni di risonanza mondiale.

Come si potrebbe colmare la mancanza di personale sanitario all’interno delle strutture?
La carenza di personale sanitario – problema che già riguarda numerose strutture – è stata accentuata dalla pandemia, con molti lavoratori ammalati e assenti per lunghi periodi. Va sottolineata la dedizione di molti operatori che sono prodigati per sopperire a questa criticità. In parole banali si è dovuta fare di necessità virtù. Quanto verificatosi dovrebbe far riflettere sugli errori fatti quali ad esempio il numero chiuso (troppo limitato) per l’iscrizione alla facoltà di Medicina o la sottovalutazione della professione infermieristica.

Secondo lei torneremo presto alla normalità?
Me lo auguro per tutti noi. Ormai è passato un anno da quando la nostra vita è cambiata e anche se torneremo alla ‘normalità’ non sarà più come prima: dovremo abituarci a convivere con certe regole e modificare alcune consolidate abitudini. Per normalità però non si intende solamente una normalità dal punto di vista della gestione della salute. Dobbiamo pensare che il ritorno ad una normalità economica e sociale sarà lungo e condizionerà la nostra vita per i prossimi anni.

Se dovesse fare delle raccomandazioni ai giovani quali sarebbero?
Le mie raccomandazioni sono molto semplici: non pensiate che, perché siete giovani, allora siete immuni! Oltre che poter essere direttamente contagiati, potreste esserne veicolo e quindi portarlo ai vostri genitori, ai nonni o agli amici. Non chiudete gli occhi e la mente di fronte a certe drammatiche immagini trasmesse dai media. Le mie raccomandazioni sono quelle che ormai da tempo vengono fatte: usate la mascherina, mantenete le distanze di almeno un metro, evitate gli assembramenti e lavatevi spesso le mani. Voi giovani potete e dovete dare il vostro contributo al superamento della pandemia, innanzitutto con il rispetto di queste semplici regole.

di Simone Spiller – 3^AC