• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Ricette e incantesimi medievali per il corpo e per la mente – SinapsiLab

Ricette e incantesimi medievali per il corpo e per la mente – SinapsiLab

Ho avuto il piacere di assistere alla diretta live “A tutto c’è rimedio! Ricette e incantesimi medievali per il corpo e per la mente”. Questo tema ha dato vita ad un connubio di interessi che da sempre mi affascina: quello fra la storia e la scienza. Durante la diretta è stato approfondito lo sviluppo della medicina nel corso del Medioevo.

Come funzionava, nel Medioevo, la ricerca biologica? Quali rimedi farmacologici vi circolavano?

 

Una prima risposta è stata data dalla prof.ssa Marina Gazzini, docente dell’UniMi: “Stendendo dei trattati medici”. Uno dei primi risale a circa 1000 anni fa, ed il merito appartiene al medico donna Trotula, originaria di Salerno. La città si è da sempre distinta in quanto all’apertura mentale verso le altre culture. Proprio in una miniatura del tempo venne raffigurata una donna esangue che aveva dato la vita per il marito, la regina Sibilla, assistita da 4 medici di diverse nazionalità, simboleggianti la fusione di saperi della Salerno dell’epoca. Qui Trotula fondò una scuola, ove ogni sapiente dell’epoca aveva modo di trasmettere le proprie conoscenze e competenze.

Trotula nel duecento era una donna tanto leggendaria da essere considerata un auctoritas in ambito medico, da cui attingere informazioni. Il suo nome è tanto noto in positivo quanto in negativo, arrivando a essere ricordata come una ciarlatana. Nell’ Ottocento, infatti, il suo sesso fu tanto messo in dubbio da arrivare ad essere considerata un uomo, questo è un esempio di appropriazione culturale e inferiorità del genere femminile ricordata appena l’altro ieri, 25 novembre, nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne. A lei si attribuiscono tre trattati: due di ostetricia e uno di cosmesi. Di questi ci giungono differenti manoscritti successivi, tradotti in differenti lingue. I primi due, detti maiores, son considerati più rilevanti in quanto riguardano direttamente la farmacologia; il terzo è detto minor, da alcuni storici, in quanto tratta di consigli di bellezza (ciò non implica che sia di minor importanza e non riprenda la medicina). Proprio in quest’ultimo, il De ornatu mulierum, si descrivono vere e proprie patologie della pelle, oltre che prodotti di bellezza. Per quanto riguarda i contenuti, alla base del benessere del corpo c’è anzitutto l’igiene, con l’interesse al profumo e alle fragranze. Son presenti inoltre molte ricette di preparati per tingere i capelli di biondo, richiamando l’élite franco-normanna, o di color nero, alla moda saracena, dunque a dimostrare le grandi conoscenze multiculturali di Trotula.

Quali sono e da dove provengono le ricette, i metodi, i prodotti vegetali, animali o minerali del Medioevo?

Il secondo ricercatore a illustrarcelo è stato Fabrizio Pagnoni. Il primo dei prodotti è la gomma orientale, emolliente ricavabile dalla resina, consigliata per la depilazione. Il secondo è la cannella, altro prodotto orientale, da Trotula citato come uno degli ingredienti maggiormente funzionali, sempre per creme depilatorie, da miscelare a incenso o noce moscata. Il terzo prodotto è il mirto, consigliato come componente ottimale per la colorazione dei capelli, oltre che nella concia delle pelli.

Come viaggiavano queste informazioni sulla medicina, solo attraverso trattati?

A rispondere questa volta è stata Marta Calleri, professoressa del Dipartimento di Studi Storici. Una fonte che ci rende l’idea del “viaggio” della medicina è quella dei quaterni, i principali strumenti di lavoro dei notai, figure centrali nella comunità medievale. I quaterni accompagnavano i notai, rappresentando il loro personale diario di viaggio.

Il primo notaio di cui abbiamo fonti certe è Giovanni di Amandolesio, proveniente da Ventimiglia, il quale analizza nel proprio registro ben 4 rimedi utili a bloccare le emorragie del parto. La sua peculiarità è quella di giocare sui doppi-sensi, dando uno sfondo mistico alla sua ricerca. Perché il notaio ha appuntato tutto ciò? La risposta la dà egli stesso: l’11 gennaio scrisse a fondo pagina la data di nascita di suo figlio Giacomo. L’uomo era piuttosto in apprensione per il parto della moglie, data la cattiva sorte dei precedenti figlioletti deceduti. Oltre a ciò scrive in volgare altri consigli, poco leggibili al giorno d’oggi.

A rendere ancor più coinvolgente l’evento ci è stato proposto un gioco di lettura su stringhe di testo del 1486 da parte di Marta Mangini. Queste stringhe furono appuntate da un noto Giorgio Mariani sull’ultima pagina di un quaderno, in occasione di una pandemia di peste dell’anno precedente, nella quale persero la vita anche alcuni suoi parenti. Alcuni esempi che abbiamo analizzato sono: “si tu vole vivere sano observa questa norma”, “non mangiare senza voglia et cena breve”, “che sia bene cocto et de simplice forma”, “masticha bene quello che tu receve”. Analizzandole, si consiglia di ben masticare, cuocere al punto giusto le pietanze, preparare piatti semplici e mangiarli con la vera intenzione di farlo.

Per cui, la medicina medievale, seppur primitiva, pose le basi per l’attenzione al corpo umano, con la prevenzione e il benessere della persona, oltre che prime analisi vere e proprie in ambito medico.

di Maria Antonacci