La natura come rifugio dall’ansia e dalla depressione

Si sa, l’adolescenza rappresenta per la maggior parte di noi un periodo di grandi cambiamenti. Ma oltre ad acquisire più indipendenza, senso critico e autonomia cognitiva, siamo anche portati, volontariamente o no, a riflettere. Spesso ci poniamo domande alle quali non sappiamo rispondere, per certi versi anche superflue, e avere questi problemi irrisolvibili inevitabilmente ci fa soffrire. Tutto ciò, unito alle delusioni amorose, alla solitudine, a un costante senso di inutilità e alla nostalgia di una spensieratezza non più nostra, genera in noi un’ansia e una tristezza che serve a tutti i costi esternare. E quale modo migliore di farlo nella natura?

È infatti provato scientificamente che una fuga nel verde possa avere molteplici effetti benèfici sulla nostra salute. Diversi studi dimostrano infatti che anche solo una passeggiata all’aria aperta, se effettuata regolarmente, possa potenziare il sistema immunitario (rendendoci quindi meno esposti alle malattie), migliorare la memoria, la vista e la concentrazione, avere effetti antidolorifici e antinfiammatori e ridurre la pressione arteriosa.

Ma oltre a questi vantaggi prettamente “sanitari” la natura offre anche uno spazio di decontaminazione dallo stress e dall’ansia di tutti i giorni, nonché una via di fuga dalla depressione. Negli ultimi anni si sente sempre più parlare, per esempio, dei “bagni nella foresta” (in giapponese shinrin-yoku) e della possibilità di ridurre gli effetti negativi sulla salute della preoccupazione, della paura e della rabbia.

I bagni nella foresta risvegliano i nostri istinti primordiali e ci riportano a uno stretto contatto con l’ambiente che ci circonda: ascoltare il rumore del vento tra i rami, annusare il profumo delle foglie bagnate dalla pioggia, far scorrere le dita sulla corteccia degli alberi, ammirare il suggestivo panorama e, perché no?, assaggiare qualche frutto selvatico provocano in noi un senso di rilassamento, pace e armonia. Un bagno nella foresta è una vera e propria sessione di aromaterapia, nella quale gli olii essenziali naturali delle piante, i fitocidi, agiscono sulle cause scatenanti dello stress e ne alleviano gli effetti. Inoltre, una passeggiata nel bosco eseguita in modo attivo stimola e migliora la nostra percezione sensoriale, in quanto tutti i sensi vengono attivati e sollecitati dalla bellezza e dalla maestosità della natura.

Sempre più in voga è anche la pratica svedese della “silvoterapia”, conosciuta anche come “abbracciare gli alberi”. In realtà la silvoterapia è molto di più. Essa non indica solamente un abbraccio vero e proprio, ma anche avvicinarsi al tronco e sedersi al fianco della pianta, appoggiando la schiena alla corteccia. Parlando psicologicamente però, la pratica è una modalità di connessione con la natura e di assorbimento delle sue sostanze vitali, che porta a un accrescimento del benessere e di un equilibrio interno. Abbracciare gli alberi è rinfrescante e salutare, tanto che recentemente l’attività è stata riconosciuta come metodo scientifico, in quanto previene e sconfigge asma bronchiale, bronchite cronica, nervosismo, insonnia, anemia e invecchiamento precoce.

Ma quali potrebbero essere le cause, alla nostra età, che ci impediscono di passare quotidianamente del tempo all’aria aperta? La poca voglia? Il poco tempo? L’imbarazzo? Siamo noi che dobbiamo trovare la necessità di usare la natura come prevenzione dallo stress e dalla depressione, siamo noi gli interessati. Per questo una persona che ne avesse veramente bisogno non esiterebbe a sacrificare qualche decina di minuti del suo tempo e trovare un pizzico di voglia di uscire di casa per il suo benessere psicofisico. E se nel 2020 ancora ci imbarazziamo perché ci vergogniamo ad ammettere di passare del tempo nel verde, allora c’è un problema di fondo. Impegniamoci ad abbattere gli stereotipi e a vivere in simbiosi con la natura, per preservare sia la nostra salute che quella dell’ambiente che ci circonda. 

Giovanni Lia 3AL