La ricchezza dei rifiuti e l’economia circolare

di Filippo Vassallo 1b

Una società italiana importa dall’estero in provincia di Arezzo scarti elettronici (dai telefonini ai pc), fotografici, dentali, farmaceutici, chimici e dell’industria automobilistica. Da questi rifiuti estrae giornalmente 500 Kg di oro, ma anche platino, palladio, rodio, argento ecc.

Da ognuno di questi materiali riesce ad estrarre una piccola parte di metalli preziosi, ma l’attività non si ferma qui;  la restante parte degli scarti viene avviata al riuso. Ad esempio le ceneri sono portate a stabilimenti di recupero dei sali sodici per la produzione di soda caustica, mentre altri residui sono inviati ad impianti che producono cemento. Anche l’acqua utilizzata nei processi viene riciclata.

L’attività oltre ad essere un esempio di economia circolare evita di estrarre i metalli preziosi da miniere in esaurimento e che regalano pochi grammi di oro per ogni tonnellata di materiale estratto, materiale tra l’altro che viene gettato in discariche o fiumi.

Proprio in questi mesi si presenta un’occasione unica per l’economia circolare infatti verranno definiti i criteri di spesa dei fondi europei del Next Generation Ue e dei Fondi Strutturali 2021-27. Fondi che favoriranno investimenti sia pubblici che privati. L’Italia ha recepito le nuove Direttive sui rifiuti e il pacchetto economia circolare; ora la Legge chiede al Governo di varare un “Programma Nazionale di gestione dei rifiuti” per definire i bisogni impiantistici con un cronoprogramma definito e condiviso con le Regioni

L’Italia potrebbe essere il Paese “modello” dell’economia circolare!

Secondo i dati Eurostat (elaborazione Ong Kyoto Club) l’Italia è il paese leader del riciclo, con circa il 79%, mentre la media europea non arriva al 40%. Non è effettivamente un dato uniforme nella Penisola, ma è senz’altro un buon punto di partenza. Inoltre secondo il rapporto Symbola addirittura 43.000 imprese, negli ultimi cinque anni, hanno investito in sostenibilità creando oltre tre milioni di posti di lavoro…i cosiddetti green jobs. Ormai il rendiconto non finanziario è considerato dalle aziende un biglietto da visita per convincere gli investitori. Il mercato è la più grande forza di cambiamento e se si informa sul costo della distruzione della natura, allora il mercato diventa il più potente alleato dell’economia circolare.

Questi numeri raccontano che l’Italia potrebbe aspirare alla leadership per l’ambiente.