Oli naturali per un restauro sostenibile – SinapsiLab

Durante “La notte europea dei ricercatori”, uno dei temi che maggiormente ha riscosso successo, poiché molto attuale nell’ambito della sostenibilità ambientale, è stato quello dell’applicazione di prodotti naturali (al posto di quelli chimici) per il restauro e la conservazione del patrimonio artistico.

I monumenti all’aperto sono esposti al continuo degrado causato da microrganismi che producono patine sulla superficie. Fino ad oggi per l’eliminazione di queste patine sono stati utilizzati solo prodotti ad azione biocida di natura chimica con conseguente impatto ambientale.

Fortunatamente le direttive europee, negli ultimi anni, hanno ridotto i principi attivi utilizzabili; ciò ha prodotto un forte stimolo per la ricerca di sostanze naturali alternative compatibili con la sostenibilità ambientale. La ricerca, quindi, si è concentrata sugli oli essenziali, già presenti in natura, estratti dalle piante aromatiche: si tratta di composti organici volatili, alcuni dei quali ad altissima capacità antimicrobica, capaci, cioè, di eliminare microbi, batteri ed alghe.

L’estrazione di questi oli avviene per distillazione: la componente volatile, in un primo momento, viene vaporizzata e poi successivamente condensata per raffreddamento; ne derivano oli essenziali non solubili in acqua e acque aromatiche a bassa concentrazione di oli.

Per guidare la scelta degli oli da utilizzare per il restauro, è necessario verificarne l’efficacia nei confronti degli agenti, causa del deterioramento del materiale. A tal fine, vengono eseguiti 2 tipi di test: i test di laboratorio e i test in situ. Questi ultimi risultano importanti perché verificano l’efficacia antimicrobica in condizioni reali e permettono di definirne i tempi consentendo una programmazione degli interventi di restauro, molto importante in contesti archeologici in cui non è possibile intervenire sul fattore ambientale.

In questo contesto è stata presentata la ricerca condotta dal laboratorio di Biologia dell’Istituto Centrale per il Restauro sulle tombe della via Latina. Il lavoro si è basato sull’applicazione di 3 tipi di oli, olio d’origano, olio di timo rosso e olio di cannella, di cui si conoscevano precisamente i principi attivi.

Gli oli, applicati in 3 concentrazioni diverse al fine di definirne la minima efficace, sono stati impiegati su 2 tipi di patine: la patina nera (batteri), tipica dei materiali esposti al sole, e la patina verde (alghe e microbi), tipica delle zone ombreggiate e umide.

L’efficacia dell’utilizzo di questi oli, valutata attraverso analisi volte ad evidenziare la carica di microrganismi vitali residua, ha prodotto risultati incoraggianti che necessitano, però, ulteriori test al fine di aumentarne la significatività.

La ricerca va avanti… e chissà che a breve saremo in grado di salvaguardare il nostro patrimonio artistico senza, per questo, danneggiare il nostro pianeta.

 

di Sofia Russi