Covid-19: resilienza di fronte alla tensione psicologica

Il virus è pericoloso per la salute, ma non bisogna sottovalutarne gli effetti psicologici. E la resilienza può essere un buon antidoto di fronte al sovraccarico di emozioni

di Daria Efficace

La pandemia da Covid-19 esplosa all’inizio di quest’anno ha costretto miliardi di persone ad adattare il proprio stile di vita e la propria prospettiva futura con la consapevolezza che il rischio di contagio e di espansione esponenziale del virus è prevedibile e inevitabile. Nel giro di pochi mesi abbiamo assistito ad uno scenario apocalittico: migliaia di morti ogni giorno ed altrettanti contagiati a livello mondiale.

Anche se l’estate scorsa ha aperto la possibilità di uno spiraglio di luce dopo mesi di sofferenza e confinamento, la seconda ondata di contagi autunnale si è abbattuta brutalmente sullo scenario globale, mandando in tilt interi sistemi sanitari e obbligando così molti presidenti a dichiarare il parziale lockdown in svariate nazioni. Di conseguenza l’emergenza sanitaria, oltre ai molteplici danni economici che ha comportato, ha gravato sulla salute psicologica di ognuno di noi che, nel giro di pochi giorni, si è ritrovato catapultato in una realtà difficile a credersi, dove la normalità è stata sovrastata dall’autoritarismo di un virus che non sembra guardare in faccia a nessuno.

L’obbligo di restare in casa al fine di ridurre i contagi ha esposto la popolazione all’avvento di disturbi e disagi psicologici come ansia, paura, tristezza e rabbia che hanno reso le persone più vulnerabili moralmente. Tuttavia, il sentirsi emozionalmente oppressi in una situazione del genere è assolutamente comprensibile e normale, in quanto tutte le emozioni, positive o negative che siano, vengono amplificate e vissute diversamente dal solito. Le conseguenze non si limitano a questo piccolo elenco: confusione mentale, perdita di concentrazione e di cognizione temporale e demotivazione sono stati psicologici degni della pandemia che stiamo affrontando, un contesto dove il livello di stress sale alle stelle.

Restando nella propria abitazione la maggior parte della giornata il ritmo di vita è soggetto ad un vero e proprio ribaltamento. Due condizioni vitali necessarie come il sonno e l’alimentazione possono subire alterazioni, andando ad intaccare il benessere fisico. Anche l’aumento della sedentarietà e la scarsa attività motoria incidono negativamente sul funzionamento del nostro metabolismo, nonché sulla nostra salute mentale. Alla luce di tutto ciò, come potremmo migliorare questa pessima situazione? Sicuramente, quello che gli esperti raccomandano è di sviluppare una capacità di autocritica ed osservazione delle proprie reazioni al fine di metabolizzarle ed accettarle come normali.

È fondamentale, a maggior ragione oggigiorno, compiere un’introspezione, parlare con se stessi ed ascoltare le nostre esigenze in questo momento difficile. Un consiglio efficace, comprovato dalla sottoscritta, potrebbe essere quello di elencare tutte le cause del nostro malessere ed approfondirle, in modo da sentirsi più leggeri e propensi ad andare avanti con determinazione.

Recentemente, la rivista scientifica “The Lancet” ha pubblicato uno studio riguardante i disordini psicologici derivanti dalla pandemia di Covid-19, basandosi su un esperimento effettuato ai tempi dell’epidemia di Sars-Cov-2 nel lontano 2003. In questo caso, le persone furono costrette a rimanere in quarantena per 10 giorni per limitare la diffusione della malattia, e ciò permise agli studiosi di osservare ogni singolo comportamento. Dalle varie osservazioni è emerso un dettaglio importante: le persone iniziano a cedere dopo solamente 10 giorni di isolamento.

Ma l’isteria, la depressione ed il nervosismo non sono le sole conseguenze. È probabile che con il passare del tempo si sviluppino manie ossessive, come ad esempio la paura di contaminazione nonostante le misure adottate in campo e i vari comportamenti anti-contagio da rispettare, oppure lo shopping compulsivo che nasce dal timore di rimanere chiusi in casa senza cibo e beni primari durante l’emergenza sanitaria e che induce i diretti interessati a procurarsi scorte esagerate ed immotivate, senza preoccuparsi di rimanere in fila davanti al supermercato e alla farmacia per svariato tempo. Anche altri sintomi ossessivo-compulsivi possono comparire, intaccando soprattutto persone psicologicamente vulnerabili o accentuare ancor di più i sintomi di coloro che già in precedenza erano affetti da DOC (Disturbo ossessivo-compulsivo) o altre patologie psichiatriche, effetti che si prolungano nel tempo e che lasciano strascichi anche una volta rientrato il pericolo.

Rimanere nel proprio appartamento significa inoltre passare maggior tempo con il proprio partner o con la propria famiglia. A lungo andare, la convivenza può anche riversarsi in litigi e tensione generale all’interno del nucleo familiare, rendendo più pesante e disagevole convivere tutti sotto lo stesso tetto. Purtroppo, durante il lockdown abbiamo assistito ad un aumento delle violenze domestiche, poiché nella maggioranza dei casi la vittima si ritrova costretta a sopportare la convivenza con il proprio aggressore. Uno studio realizzato dalla John Hopkins University negli Stati Uniti per conto dell’UNFPA, agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di indagini sulle popolazioni, ha sottolineato un aumento di casi di violenza domestica che ammonta a ben 15 milioni di casi. In Italia, l’ISTAT dichiara un raddoppiamento delle richieste di aiuto per maltrattamenti tra marzo e giugno 2020, basandosi sui dati raccolti dal numero verde per la violenza sulle donne (1522) e i servizi via chat.

Come ultimo aspetto, il cosiddetto ‘pensiero catastrofico’ si sta particolarmente diffondendo nella popolazione. Questo implica anticipare sempre il peggio, non riuscire a prevedere e sperare in uno scenario a lieto fine nei differenti aspetti della propria vita.

In questo periodo, ora più di prima, è importante prendersi cura di noi stessi, non solo da un punto di vista fisico ma anche da un punto di vista morale. Potremmo arginare i sbalzi d’umore ed il malessere organizzando la nostra giornata al meglio, non focalizzandosi solamente sul dovere, lavoro e studio, ma lasciando anche spazio ai nostri interessi, a ciò che più ci piace fare: allenarsi, ascoltare della buona musica, leggere un libro.

Sicuramente, la parola chiave di questo sfortunato 2020 è ’Resilienza’, ossia la capacità di cavarsela anche nella peggiore delle situazioni accogliendo ogni cosa che la vita ci offre, accettando e convivendo pacificamente con tutto ciò che ci si presenta davanti. È di vitale importanza essere positivi e disposti a credere in un futuro migliore quando tutto sembra sgretolarsi, trovando il giusto equilibrio per affrontare il problema.

Quest’emergenza non deve essere sottovalutata, ma ciò non significa privare ogni persona della propria felicità e stabilità mentale. Dobbiamo continuare a rispettare le restrizioni e perseverare nell’osservanza della regola d’oro per eccellenza: la felicità e la serenità prima di tutto