La Body Percussion – Non solo Sport

Questa tecnica pare abbia avuto origine in Indonesia e in Africa.

Si racconta che, degli schiavi neri, deportati in America, non avendo la possibilità di suonare i loro strumenti, avessero intuito come il suono del corpo fosse anch’esso musica.

Solo negli anni ’80, grazie al lavoro del percussionista Keith Terry, si è iniziata a dare forma ufficiale allo studio che prenderà il nome di Body Percussion.

Terry ha coniato l’ espressione Body music nel 1978, per descrivere la pratica musicale prodotta quando utilizziamo le potenzialità sonore del nostro corpo. La body music viene chiamata anche  Body  Percussion  o Body drumming. Terry afferma che è limitativo riferirsi solo alle percussioni, con Body music vuole esprimere  un  concetto  molto  più  ampio  che comprende anche l’utilizzo della voce. Ciò significa che con il corpo non si possono emettere  solo  suoni  percussivi  ma anche melodici.

Nel tempo, la body music è stata sempre  più  impiegata grazie alla particolare fusione di danza e musica.

La cosa davvero straordinaria è che la danza emerge dalla musica in modo naturale, basta solo lasciarsi andare, farsi coinvolgere dal ritmo.

La body music non ci insegna solo a mantenere il ritmo, ma ad ascoltare il movimento del proprio corpo, ci  fa sentire liberi di esprimerci.  Quest’arte viene usata anche per scopi terapeutici. Lo stesso Terry racconta di aver avuto problemi legati ad un ictus che ha compromesso la parte sinistra del suo corpo. Solo grazie ad esercizi continui e impegno costante è riuscito a riappropriarsi del suo corpo in modo  efficace.

E’ una tecnica molto richiesta anche nel campo della Musicoterapia poiché vi sono riscontri positivi sia tra i più piccoli sia tra gli adulti.

La Body Music è fondamentale per tutti, aiuta la concentrazione, la memoria, la sensibilità e permette di sviluppare il controllo dei movimenti. Serve a conoscere soprattutto noi stessi.

di Giorgia Grasso