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Adolescenza, quando l’autismo diventa oggetto di bullismo

L’autismo, o “disturbo dello spettro dell’autismo”, è un disturbo pervasivo del neurosviluppo. Chi ne è affetto non prova emozioni come gli altri, infatti ha difficoltà a riconoscere le emozioni di chi interagisce con lui.

Si chiama autismo “pervasivo” perché coinvolge le aree di sviluppo come il linguaggio, la comunicazione, gli interessi; “spettro” dell’autismo perché può manifestarsi in vari livelli di gravità, tra questi c’è la sindrome di Asperger in cui i disturbi comportamentali e di socializzazione sono più leggeri, anche se non è presente un disturbo del  linguaggio, ha una limitata capacità nel comprendere le metafore o battute e per questa ragione viene considerata una variante lieve dell’autismo.

Il bullismo è una tipologia di comportamento aggressivo (verbale, fisico, online, psicologico) ripetitivo di individui (gruppi di due o più persone) che cercano di sottomettere l’individuo piu debole.

Rispetto ad ogni categoria di bullismo, i ragazzi con disturbo dello spettro dell’autismo sono le vittime più frequenti. Infatti, il 60 per cento degli studenti che presenta il disturbo subisce atti di bullismo ed il problema riguarda soprattutto i ragazzi con disturbo lieve di autismo; i ragazzi con forme più gravi, invece, che magari non parlano, vengono percepiti dai bulli come “disabili” e raramente vengono bullizzati. Ad essere vittime di bullismo sono i soggetti con la sindrome di Aspeger: hanno un Qi nella media o superiore alla media, ma hanno difficoltà a comprendere i messaggi verbali e comportamentali e, loro malgrado, possono diventare oggetto di scherno e di azioni a volte violente, all’interno delle classi, nei corridoi delle scuole, alla fermata dell’autobus, in strada o tramite internet, dove il cyberbullismo è cresciuto negli ultimi anni in modo incontrollato. Per questo bisognerebbe sensibilizzare i ragazzi sull’argomento, affinché non ci sia omertà nel denunciare atti di violenza appartenenti ad una società che si dimostra moderna solo in parte.

Gabriele Paolo Vinciguerra 3^B