Eleonora d’Aquitania colei che fu regina ben due volte

Eleonora d’Aquitania, la personificazione dello scandalo per la sua epoca, passata alla storia come colei che fu regina per ben due volte, dapprima di Francia, poi d’Inghilterra. Si rese inoltre protagonista di numerosi eventi che le valsero le nomina di “spirito libero”, “persona dalla condotta indecente”, “diavola” e molte altre.

La biografia

Figlia di Guglielmo X il Tosolano e della sua prima moglie Aénor di Châtellerault, nacque nel 1122 e trascorse la sua infanzia nella corte del nonno Guglielmo IX d’Aquitania, fulcro della cultura Europea dove Eleonora, battezzata Alienor, ricevette un’ottima istruzione in latino, filosofia, musica, letteratura, matematica e imparò a cacciare e cavalcare. A otto anni diventò duchessa per via della morte del fratello Guglielmo l’Ardito; a quindici, rimase orfana di padre ereditando i suoi possedimenti. Quest’ultimo morì probabilmente per un’intossicazione alimentare e prima di perire stipulò un contratto di matrimonio per la figlia Eleonora con il re di Francia, Luigi VII, con cui convolò a nozze il 22 luglio 1137. Questo matrimonio ebbe vita breve e dopo un paio di anni i due coniugi divorziarono nel 1152 con il favore della Chiesa.

Eleonora però non rimase sola per molto, anzi, appena fu libera dalla stretta del matrimonio con il sovrano francese, convocò il duca di Normandia Enrico chiedendogli di sposarla. Le nozze, che non furono affatto sfarzose come riportato dalle cronache del tempo, ebbero luogo il 18 maggio 1152 e dalla loro unione nacquero 8 figli che si aggiunsero alle due figlie avute in precedenza con Luigi. Anche questo secondo matrimonio, seppur per motivi diversi, non ebbe un lieto fine. La causa di ciò fu l’aspro scontro che avvenne tra i figli di Eleonora ed il loro padre Enrico, i quali gli si ribellarono sostenuti dalla madre. Quest’ultima fu così imprigionata dal marito per ben 16 anni, spostandosi di castello in castello.

Quando suo figlio Enrico il Giovane morì per dissenteria, dopo aver tentato di tendere un’imboscata al padre, Eleonora fu imprigionata nel castello di Sarum. Dopo questo evento le fu concessa la semi-libertà che durò fin quando il suo noto figlio, Riccardo Cuor di Leone, non salì al trono, dopo la morte del padre, ordinando la sua totale liberazione. Eleonora si occupò di sostituire il preferito tra i suoi figli, Riccardo, mentre egli era impegnato nella III crociata, impedendo che il trono venisse usurpato. Morì il 21 marzo del 1204.

Il matrimonio con Luigi VII 

Eleonora e Luigi, l’esempio lampante del detto “gli opposti si attraggono”: lei indipendente, spregiudicata e dal forte carattere, lui pacato e succube dell’ambiente fortemente religioso in cui era stato cresciuto. Nonostante il sovrano fosse perdutamente innamorato di lei, adottando un atteggiamento da molti definito “puerile”, la loro relazione non riuscì a sopravvivere. Il sovrano viveva nell’ombra della moglie che voleva essere trattata da vera regina e che lo oscurava con la sua sola personalità. Lei pareva la sola in grado di prendere decisioni di rilievo e dettava legge nella dimora. Aveva fatto portare con sé, infatti, i suoi poeti e le sue dame, organizzando feste e mostrava a tutti la sua grande sagacia ed intelligenza dimostrando di non rispettare il tipico canone della “donna di quell’epoca”. A corte non era affatto apprezzata, le malelingue si dilettavano nel criticarla aspramente per via del suo comportamento non ritenuto consono, chiamandola con il suo secondo nome in maniera dispregiativa: Alienor (aliena). Adorava il lusso e si circondava di gioielli, ostentandoli, e amava ascoltare canzoni spinte e volgari che costarono l’espulsione ad un trovatore, Marcabru, che compose una canzone di questo genere proprio per la sovrana.

Divorziare fu alquanto semplice per Eleonora, nonostante fosse molto difficile ottenere il consenso della Chiesa a quei tempi. Molto probabilmente la coppia di regnanti divorziò a causa della mancanza di un primogenito maschio, la cui colpa ricadde sulla sovrana che fu accusata di sterilità. Oltre a questa motivazione, era presente anche l’accusa di incesto, pareva infatti che i due coniugi fossero cugini e che nessuno si fosse accorto del suddetto rapporto di parentela durante tutti quegli anni.

Matrimonio con Enrico II 

Questo matrimonio non fu meno turbolento del precedente. Tra i due sposi intercorrevano 11 anni di differenza e come se non bastasse Goffredo il Bello, padre di Enrico e presunto amante di Eleonora, sconsigliò fortemente questa unione. Come con Luigi, Eleonora stipulò con Enrico un patto: i possedimenti del sovrano sarebbero stati anche suoi, mentre l’Aquitania sarebbe rimasta esclusivamente sotto il suo controllo. I due coniugi non furono affiatati tra loro. Enrico non fu infatti fedele alla moglie, avendo molte relazioni extraconiugali con prostitute, come Ykenai, e altre donne come Rosamund Clifford, con la quale ebbe un rapporto che fu reso noto tra il 1166 ed il 1167.

Eventi scandalosi 

Molti furono gli atteggiamenti adottati da Eleonora ritenuti scandalosi, gran parte di questi avvenuti nel suo periodo di permanenza in Francia.

Un esempio fu il suo primo incontro con Bernardo Chiaravalle, avvenuto il giorno di Pasqua dell’anno 1146. Ella fece il suo ingresso a Vézelay, su di un cavallo e con indosso una scintillante armatura.

Prese parte alla seconda crociata con il primo marito che si credette fosse stato “prigioniero di una violenta passione per la moglie” che lo indusse a farla partecipare, con la conseguenza che tutti i nobili, imitandolo, si fecero accompagnare dalle proprie dame. Criticata per il numero esorbitante di bagagli e persone al suo seguito, fu sospettata della strage alla battaglia di Cadmo, nonostante la colpa ricadde poi sul comandante Goffredo di Racon. Inoltre il suo incontro con lo zio Raimondo di Poitiers fu il pretesto per la diffusione di pettegolezzi su un presunto incestuoso adulterio avvenuto tra zio e nipote. Quest’ultimo però non fu l’unico tradimento di cui fu accusata; secondo Blondel, un trovatore rinominato come il Menestrello di Reims, lei si concesse persino ai saraceni, essendo così infedele nei confronti del proprio Dio e di suo marito.

La corte che aveva istituito in Francia, passò alla storia come la Corte d’amore di Poitiers; infatti le corti d’amore erano una sorta di giochi durante i quali si discuteva di diritti e doveri nell’ambito di questioni amorose. In quella di Poitier, le cui protettrici furono Eleonora stessa e sua figlia Maria, erano presenti numerosi trovatori tra i quali Bernart de Ventadorn, uomo con cui Eleonora ebbe una relazione passionale ma alquanto breve. Le opere che furono scritte da tali compositori si incentravano sugli ideali cavallereschi, dunque su azioni eroiche compiute in favore di giovani donzelle in pericolo. Questo tipo di letteratura, supportata dalla sovrana, era in piena contrapposizione con la morale religiosa e la società dell’epoca favorendo dunque la crescita di pettegolezzi che infangarono il ricordo di Eleonora. A prova di ciò abbiamo “Le Roman de Renart”, una raccolta di favole satiriche aventi come protagonisti degli animali che rappresentavano personaggi illustri del tempo. Tra i personaggi abbiamo Ysengrin il lupo e sua moglie Dama Hersent, chiare caricature dei due regnanti di Francia: il re e la moglie infedele, seducente e impudica.

di Stefania Capuano