La ricerca della felicità

Il concetto di felicità e la sua ricerca  caratterizzano da sempre l’essenza umana. La felicità, infatti, rappresenta un po’ per tutti l’unità di misura che permette di capire quanto e se siamo soddisfatti della nostra vita.

Si è sempre cercato, nel corso dei secoli, di trovare la perfetta definizione di felicità, ma è inevitabile dire che trovarla è praticamente impossibile, in quanto essa è totalmente soggettiva. Per questo motivo conosciamo moltissime concezioni diverse di felicità, che si sono poi modificate nel corso degli anni.

Ad esempio Giacomo Leopardi esprime la sua idea di felicità in alcuni passi dello “Zibaldone”. Per il famoso poeta “l’arte della felicità” consisteva nel prefissarsi degli obiettivi. Solo grazie alla fatica, alla determinazione, all’impegno messo in gioco durante il cammino per il raggiungimento dei propri sogni si può essere felici. Leopardi non comprendeva, infatti, lo stile di vita, superficiale e vuoto a suo dire, di coloro che rinunciavano ad uno scopo a cui mirare.

Ha già dei tratti differenti la concezione della felicità di Madre Teresa di Calcutta, che ha vissuto in tempi più vicini ai nostri. Mi sono ritrovata a leggere una sua riflessione proprio qualche settimana fa e ho pensato che fosse molto più attuale rispetto a quella del poeta precedentemente analizzata. Per Madre Teresa, infatti, la felicità è una concezione eterna ed esistente sempre in ogni parte del mondo e in ogni cosa che facciamo. Nel messaggio che mandava e che ho letto ella incita tutti a cercare questa felicità a prescindere dal fatto che tu abbia sedici, quaranta o settanta anni, senza aspettare il diploma, il matrimonio, il fidanzamento o qualsiasi altra condizione ed evento che si pensa possa portare felicità. Per lei non esistono queste condizioni, per lei la felicità c’è, qui ed ora bisogna solo cercarla.

Più astratta e complessa è la concezione di felicità dei giovani che popolano la nostra società. Molti vivono le loro giornate senza soffermarsi troppo su cosa li rende davvero felici e quindi svolgono le loro attività probabilmente per abitudine, forse per compiacere a qualcuno, ma non realmente perché li fa stare bene.

Dall’altro vi sono coloro che ricercano moltissimo la felicità, a tratti anche in maniera esasperata. Secondo il mio punto di vista questi non saranno mai in grado di trovarla, perché aspettano una felicità molto lontana, una felicità astratta, nelle cose grandi ed eclatanti.

Poi ci sono quelli come me, che si ritrovano molto nel pensiero di Madre Teresa. La felicità per me è concreta, è nelle piccole cose, è nel sorriso ingenuo e contagioso dei bambini, che sono sempre in grado di sorridere con poco. La felicità per me è il mare, da sempre custode di tutti i segreti, è la mia famiglia e più in generale che persone che amo, è un messaggio inaspettato o una canzone alla radio. Per me è tutto quello che durante la mia quotidianità mi fa ridere di cuore. Per me c’è sempre, senza bisogno di alcuna ricerca particolare, si trova soltanto tenendo gli occhi ben aperti a quello che ogni giorno di bello questa vita ci mostra.

Ad ogni modo, non so e non potrei mai sapere quale dei differenti concetti trattati sia quello giusto, anzi sono certa che non ce ne sia una giusta o sbagliata, credo invece che la felicità per ognuno sia un po’ il frutto delle proprie esperienze e concezioni di vita. Ed è quindi naturale che vi siano innumerevoli opinioni riguardo questo tema. In fondo, si sa “il mondo è bello perche è vario”.

Paola Cardile VAT