Era la notte della vigilia, io e la mia famiglia stavamo andando a dormire. Nel cuore della notte mi svegliai sentendo dei rumori sospetti provenire dal giardino: sembravano dei suoni di campanelle, ad esempio quelle della slitta di Babbo Natale, ma io ero troppo stanca per andare a curiosare, quindi li ignorai. Dopo qualche minuto, però, una voce a me estranea mi fece svegliare e alla mia sinistra c’era un piccolo elfo:
”Mi ha mandato qui Babbo Natale per dirti che quest’anno sarai tu a distribuire i regali nel Biellese!”
Subito non credetti a quelle parole: “Sì, sì, certo… e chi mi assicura che questo non sia uno scherzo?” L’elfo mi prese per mano e mi portò fuori, sul balcone, e davanti ai miei occhi vidi… la slitta! Allora mi misi una giacca e gli stivali e scesi velocemente le scale, non avrei mai pensato che nella mia vita potesse succedere una cosa del genere!
Poi chiesi all’elfo: “Ma perché non può farlo lui?”
”Il nostro capo ieri è scivolato su un tappeto e, avendo una certa età, non riesce più ad alzarsi e ha deciso che, per ogni regione del mondo, invece di distribuire lui i regali, li distribuirà un ragazzino o ragazzina del luogo”.
Io e l’elfo ci dirigemmo a casa di tutti i miei amici: “Lì ci sono le lettere dei bambini e qua le liste dei buoni e dei cattivi”.
Le prime tre consegne andarono bene, ma, mentre andavamo a casa di Sharon, a causa di un movimento brusco della slitta il mio piccolo compagno di viaggio cadde sul tetto dell’ospedale: ”Non ti preoccupare per me, continua il tuo viaggio!”
Finalmente arrivai da Sharon e misi i regali sotto l’albero, ma mentre stavo per uscire il suo gatto mi saltò addosso e tutta la famiglia si svegliò. Subito presi quel felino impazzito, lo lanciai in bagno e chiusi la porta, poi mi calai dalla finestra, atterrai in cortile, dove mi aspettava la slitta, e me ne andai alla svelta.
Passai davanti all’ospedale, dove avevo lasciato il mio amico elfo. Di lui, però, nessuna traccia, così passai di casa in casa e quando finalmente arrivai davanti alla mia c’era un altro elfo che, senza neppure ringraziarmi, se ne andò in Lapponia con la slitta: “Mi raccomando, non salutarmi, eh!” Poi dalla slitta sbucò il mio vero amico elfo, che mi salutò con la mano e mi disse che anche Babbo Natale mi ringraziava.
E’ stato il più bel Natale di sempre!
Iris Mora, I D