TRA LUCI E OMBRE DELLA MIA CITTÀ

“Il Comune è  una forma di organizzazione politica e giuridica manifestatasi in Europa dall’XI secolo e contraddistinta dall’affermarsi, più o meno rapido e completo, delle autonomie cittadine”. Da questa definizione si evince come il Comune ha sempre rappresentato un punto di riferimento per una città e i suoi cittadini; il mio Comune di residenza è Augusta, città che da sempre fa parlare di sè. Affacciata  sul mare, ricca di bellezze culturali, di un maestoso porto, dell’importante lavoro nelle industrie, si è trasformata da un paesino di pescatori e di emigranti in una città moderna e vivibile, che soddisfa i bisogni e le caratteristiche della società odierna.

 Però da molti anni, anche se le industrie hanno portato ricchezza e lavoro ai cittadini, Augusta è una delle città più inquinate, a causa delle industrie che provocano morti di cancro ogni giorno. A chi bisogna attribuire tutto questo? Quando nelle nostre abitazioni non arriva l’acqua, con chi ne dovremmo discutere? Quando noi ragazzi siamo costretti ad incontrarci nelle piazze anziché nelle zone verdi che sono state create e non vengono curate e mantenute, di chi è la responsabilità? Quando non vi è la possibilità di usufruire di una piscina comunale poiché fatiscente o di un campo sportivo contaminato di terre rosse e per questo sequestrato,  o quando percorrendo i due lungomari di Augusta non c’è la possibilità di fare un bagno nel mare perché inquinato,  a chi dobbiamo attribuire tale degrado? Tutte domande alle quali io, sedicenne, non ho trovato ancora una risposta, ma i grandi mi dicono che la competenza   è dell’amministrazione comunale. Siamo circa 34.000 abitanti, ed è importante sottolineare come questa minuscola città brulichi di adolescenti annoiati, insoddisfatti e che, alla prima occasione, sono disposti a lasciarla per avere più opportunità, di studio ma soprattutto di lavoro.

La domanda che mi sorge spontanea è se Augusta sta lasciando il nostro Comune a noi ragazzi Una Augusta che non usufruisce dei propri beni culturali, che non sfrutta le sue risorse e che non dà la possibilità ai ragazzi di crescere nella cultura e come cittadini, tanto da non saper rispondere alla domanda “Cos’è per te il Comune?”.  Appartengo alla sfera degli adolescenti che ama divertirsi e uscire, e per molti di noi augustani il Comune è quel palazzo che si affaccia sulla Piazza Duomo, la stessa piazza che durante i sabati invernali riempiamo con la nostra presenza e di cui ne sfruttiamo i pub presenti lì vicino.  Durante la mia ricerca ho scoperto, grazie anche alle risposte dei mie coetanei e conoscenti, che a tale domanda   vengono date risposte come  “Ah sì il Comune? l’ho sentito nominare una volta”, oppure “Dove c’è il sindaco, no?”, e poi ci sono coloro che, attraverso continui soliloqui, cercano invano una risposta. Credo sia ripetitivo dire che oggi i ragazzi hanno perso l’amore verso la cultura e il sapere, e chi ne fa ancora grande tesoro appartiene a coloro che “sono un caso a parte”. Credo che gli adolescenti oggi non diano al Comune l’importanza che gli si dovrebbe attribuire, ed il perché mi è ancora ignoto.  Qualche mese fa si sono svolte le elezioni comunali ed è stato eletto un giovane sindaco, votato da molti ragazzi, nella speranza che possa mantenere le promesse fatte alla cittadinanza, e far prosperare Augusta sotto tutti i punti di vista (lavorativo, educativo, sportivo, culturale ecc..). Naturalmente la bellezza e la conservazione dei beni della città non è solo compito e responsabilità del Comune, ma anche di noi cittadini che abbiamo bisogno di una educazione civica e di un’educazione al rispetto verso il bene pubblico, che spesso ci manca. Se un Comune ha la collaborazione dei suoi cittadini, gli obiettivi stabiliti saranno più facilmente realizzati.

Susanna Giliberto 3BL