Il marcio dello sfruttamento degli animali

Gli animali, forse gli esseri più puri ed innocenti del mondo, vero? Quante volte ci scandalizziamo e rattristiamo sentendo parlare di maltrattamenti e soprusi nei loro confronti? Spesso, vero? Povero cagnolino abbandonato, povera micetta maltrattata. Ma dal momento che possiamo provare empatia e compassione per loro com’è possibile che per quella miriade di animali sfruttati, maltrattati e barbaramente uccisi ogni anno dall’industria alimentare nessuno dica nulla?

Il concetto di base è estremamente semplice: amiamo un cane, lo coccoliamo, lo viziamo se necessario e lo portiamo a passeggio; ma perché ci sembra così improbabile fare tutto ciò con un maialino, per esempio? Provate a cercare un maialino, un pulcino piuttosto che un vitellino su internet: l’avete fatto? Ecco, se l’avete fatto ditemi: vedete una salsiccia, un pollo al curry e una costata o vedete per caso tre esseri viventi completamente senzienti il cui unico desiderio è quello di vivere felici e spensierati? È così difficile rispondere a questa domanda? O il fatto è che non ve la siete mai posta? Gli animali sono creature viventi colme di affetto e di amore che sono pronte a donare incondizionatamente e senza aspettarsi nulla in cambio. Ecco la sostanziale differenza tra l’uomo e l’animale: l’animale ti accetta per quello che sei, non gli importa il colore della tua carnagione, il tuo aspetto esteriore, il tuo orientamento sessuale piuttosto che la tua condizione economico-sociale; sarà sempre presente per strapparti un sorriso qualunque cosa accada, a differenza dell’uomo meschino e subdolo. Dagli animali abbiamo solo da imparare e da ammirare. Dico questo anche per sfatare il mito dell’animale “stupido” e “incapace” di provare emozioni; “che asino che sei!”, o anche “cervello da gallina!”; ma le persone davvero si sentono quando sparano queste buffonate? Che ne sapranno loro del quoziente intellettivo di un asino o di una gallina (che tra l’altro è provato scientificamente che siano due animali particolarmente intelligenti)? Se ognuno di noi cominciasse a considerare tutti gli animali come individui da rispettare e non più come oggetti da sfruttare e poi buttare vivremmo sicuramente tutti in un mondo migliore.

Ho parlato di animali che soffrono a causa dell’industria alimentare ma ce ne sono moltissimi altri che vengono sfruttati per molti altri motivi, come ad esempio per ottenere capi d’abbigliamento dall’industria della moda, torturati per eseguire due miseri salti in uno squallido circo, stipati in gabbie o dietro a delle vetrate in degli zoo costretti a sorbirsi gli schiamazzi e gli scherni dei visitatori, animali che vedono spezzarsi la propria vita da dei brutali cacciatori che li uccidono per il puro piacere di farlo e che li considerano come dei meri trofei, animali prelevati contro la loro volontà dal proprio habitat naturale per poi essere venduti come fossero degli oggetti, animali sfruttati dal mondo dello sport, dal mondo delle attrazioni e poi ancora animali abbandonati, vessati e maltrattati. E spesso l’uomo non si limita a rendere un inferno la loro esistenza, no, crede sia necessario anche andare oltre, prendendoli in giro ed esibendoli come “bottino di guerra”. Quanto ancora possiamo cadere in basso?

Poi però non stupiamoci se arrivano le pandemie e se abbiamo un surriscaldamento globale irrefrenabile e incontrastabile. Da dove credete che arrivino tutti questi cataclismi se non dagli stessi allevamenti intensivi, fonte enorme di sofferenza per gli animali, di inquinamento e di diffusione di virus altamente pericolosi?

Il mio appello è quindi quello di tenere fuori dal proprio piatto la sofferenza animale: così facendo staranno meglio gli animali, staremo meglio noi e starà meglio il mondo. 

 

Samuele Bianchini 3AL