Cosa ci ha insegnato il coronavirus

Avete mai pensato al fatto che questa pandemia possa aver portato qualcosa di positivo? Io sì.  Non nego sia un’impresa molto ardua, viste le disgrazie che ha causato, di cui però non voglio parlare, perché il mio obiettivo, con questa riflessione, è quello di trasmettere pensieri positivi e soprattutto sono certa che ognuno di voi già detesti a sufficienza questo virus che ci ha travolto le vite. 

Per prima cosa l’ambiente ha tratto un beneficio dal periodo di lockdown, gli scienziati del KNMI (Il Reale Istituto Meteorologico d’Olanda) hanno scoperto, analizzando la mappa dell’inquinamento atmosferico, che si è verificato un forte calo dell’inquinamento nelle grandi città europee come Milano, Parigi e Madrid. Rispetto alle concentrazioni medie mensili del 2019 le nuove immagini hanno evidenziato una significativa riduzione della concentrazione di diossido di azoto nel periodo che va dal 14 al 25 marzo 2020. Le drastiche misure che ognuno di noi ha odiato hanno quindi ridotto le concentrazioni inquinanti che causano in Europa circa 400 mila morti premature per patologie legate all’inquinamento dell’aria. 

Non è stato solo l’ambiente ad averne beneficiato; infatti molti studenti, che durante i periodi di scuola in presenza soffrivano d’ansia e attacchi di panico, hanno potuto respirare per qualche tempo cercando un po’ di tranquillità perché è scientificamente provato che la didattica a distanza provochi meno disturbi di ansia ai ragazzi dal momento che dietro ad uno schermo la maggior parte di noi è più sicuro di se stesso.  

In molti casi il lockdown ha rappresentato un’occasione per lavorare su se stessi e sugli aspetti negativi del proprio carattere, riuscendo allo stesso tempo ad imparare ad accettarsi. Molte famiglie, essendo obbligate a vivere insieme tutti i giorni e tutto il giorno, hanno (ri)iniziato ad amarsi e a conoscersi più nel profondo. Siamo tutti tornati ad apprezzare di più le piccole cose che davamo per scontato, come ad esempio un caffè con gli amici o una passeggiata nella natura. Abbiamo capito quali sono le nostre priorità e non dovendo passare la giornata ad essere rincorsi dal tempo abbiamo dato il giusto spazio all’organizzazione mentale che ha permesso di riuscire a vivere in modo più felice il periodo in cui la possibilità di uscire è tornata. 

I numerosi cartelloni e striscioni con scritte solidali hanno creato un senso di nazione e di unità più ampia, in quanto le persone si sono sentite parte di un tutto in cui prevale il “noi” e  non l’ ”io”.

Inoltre, durante il primo lockdown, (quasi) tutti i cittadini italiani hanno dimostrato di avere un grande senso civico: abbiamo rispettato le leggi fino all’ultimo momento dimostrando al resto del mondo quanto, nonostante i pregiudizi, sappiamo essere ligi al dovere. 

Questi sono gli aspetti positivi a cui mi sono agganciata per cercare di vivere al meglio un lungo periodo lontano dalle amicizie e dalla normalità e che mi hanno aiutata a non perdere la voglia di sorridere. 

 

Giorgia Peroni 3AL