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Mafia, Musacchio: per vincere serve l’impegno dei giovani.

Palermo

Non sarà solo la magistratura o le forze di polizia a vincere la battaglia contro le nuove mafie, ma saranno i giovani che si impegneranno, finalmente, in prima persona. Lo ha detto il giurista Vincenzo Musacchio intervenendo a un incontro sulle metamorfosi delle nuove mafie all’Università di Verona. “Quando frequentavo Antonino Caponnetto, gli dissi che mai mi sarei candidato a cariche di natura politica per la troppa corruzione presente in quegli ambienti. Fu l’unica volta in cui mi redarguì sostenendo che il mio ragionamento fosse profondamente errato. Mi fece comprendere quanto fosse intollerabile pensare che i giovani restassero fuori dalla politica”. Caponnetto era fortemente convinto dell’inserimento dei giovani nel processo partecipativo, attraverso canali e forme nuove, al fine di aprire a loro i processi decisionali, permettendo di costituirsi come cittadini attivi, consapevoli e impegnati in politica. Frequentando le scuole d’Italia da oltre trent’anni penso che avesse pienamente ragione e che ancor oggi manchi una piena presa di coscienza da parte dei più giovani – ha proseguito Musacchio – e credo che scarseggi ancora quel concetto elementare di essere cittadini attivi e non sudditi”. Ai ragazzi dobbiamo far comprendere quanto sia necessario il loro contributo diretto alle sorti del nostro Paese. La gioventù si deve occupare della lotta alla mafia facendo il proprio dovere, interessandosi della pubblica amministrazione, partecipando alla vita politica del proprio territorio. Occorre dare una nuova opportunità ai giovani e promuovere la loro partecipazione effettiva conoscendo più da vicino il mondo giovanile in continuo movimento, ricco di alternative: conoscerne i valori, le percezioni e le progettualità. I nostri giovani dovranno fare la loro parte potendo contare su forze dell’ordine che facciano il proprio lavoro, su giornalisti che descrivano obiettivamente ciò che accade, su magistrati che non si facciano corrompere e che svolgano bene la loro funzione. Soltanto quando tutte queste categorie, e non solo queste, schierate in prima linea nella lotta al crimine organizzato, faranno il proprio dovere, si potrà pretendere che i cittadini consapevolmente facciano la loro parte. La strada purtroppo è ancora lunga. Molte cose vanno fatte e a vari livelli – ha concluso Musacchio – e forse è eccessivo oggi pretendere comportamenti civici dai più giovani quando i più vecchi danno spesso esempi negativi.

Vincenzo Musacchio, giurista, più volte professore di diritto penale e criminologia in varie Università italiane ed estere. Associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Discepolo di Giuliano Vassalli, allievo e amico di Antonino Caponnetto.