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Chewingum, nei centri commerciali installati cestini per smaltirle e riciclarle

Chewingum inquinanti, come vengono riciclati e come si può ovviare al problema.

Le gomme da masticare risalgono a 500 anni fa, ed erano composte da linfa di betulla ammorbidita dalla masticazione.

 Oggi invece le gomme, fatte alcune eccezioni, non sono di origine vegetale ma vengono prodotte con polimeri sintetici aromatizzati e zuccherati, non biodegradabili e quindi inquinanti.

La maggioranza dei consumatori non butta le gomme in cestini ma per terra o le attacca sotto i banchi di scuola, su muri e alberi, dove impiegano almeno cinque anni per essere smaltite (si calcola che vengano buttati a terra circa 560 mila tonnellate di gomme, 23 mila si trovano in Italia).

La rimozione oltre ad essere molto costosa è anch’essa inquinante poichè vengono utilizzati prodotti chimici e getti di acqua che polverizza la gomma facendola finire nella fogna, quindi nelle acque reflue e di conseguenza nei mari, nei pesci e sulle nostre tavole.

Se smaltite correttamente, in alcuni casi possono essere riciclate.

Per ovviare al problema dell’inquinamento, qualche anno fa Anna Bulls, designer inglese, ideò il contenitore di gomme usate, da fondere insieme al suo contenuto, per creare un materiale nuovo utile a produrre nuovi cestini ma anche molti oggetti come suole, stivali, cover, bicchieri, articoli di cancelleria, posaceneri, articoli di design.

Gli oggetti sono composti dal 20% di gomma da masticare.

Anche in Italia alcuni centri commerciali hanno partecipato alla campagna “Save the chewingum” installando cestini dentro e intorno al centro commerciale.

Un altro metodo che può ridurre l’inquinamento da chewingum sono le gomme da masticare completamente biodegradabili e 100% vegetali come le chicza.

Gabriele Puggioni, 3G