La cinematografia

Tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 prese piede nella società una nuova forma d’arte, conosciuta oggi come la settima arte, cioè la cinematografia.

A cavallo tra questi due secoli infatti, grazie a venditori ambulanti e imbonitori dell’epoca, si diffuse una nuova forma di intrattenimento chiamata “NUOVO MONDO”, cioè un marchingegno poco complesso consistente in una scatola chiusa dove si potevano vedere delle immagini illuminate, consentendo l’uso sia di giorno che all’aperto.

Artefatto sorprendente, rivoluzionario ed ingegnoso, evoluzione della fotografia e primo prototipo del primitivo sperimentare dei fratelli Lumière, creatori della giovane arte ormai riconosciuta universalmente. Il 1895 fu l’anno di svolta per il duro lavoro dei due giovani fratelli francesi, infatti dopo numerosi studi sullo scorrere in rapida successione di fotografie nacque il primo cortometraggio, frutto dell’idea dei due registi di voler suscitare nello spettatore emozioni contrastanti e impressionarlo facendogli credere che ciò che stava guardando fosse vero. La proiezione pubblica avvenne all’interno del Gran Cafè Des Capucines di Parigi il 28 dicembre 1895.

Il primo cortometraggio fu la scena di un treno che rientrava in stazione: quelle riprese di pochi secondi trasmisero agli spettatori la veridicità dell’azione spaventando il pubblico in sala.

Dopo numerosi successi nell’ambito dei cortometraggi, un sipario prese fuoco nella sala durante una proiezione a Parigi il 4 maggio 1897, e l’incendio fu una delle peggiori tragedie della storia del cinema che portò all’inesorabile declino della carriera dei Lumière e facilitò il prevaricare dei loro numerosi rivali più innovativi e avanguardisti; invero, nonostante i loro innumerevoli sforzi, nel 1905 i Lumière vennero definitivamente spazzati dalla ferocia di una concorrenza più stacanovista e al passo coi tempi.

Ci fu una radicale evoluzione nel cinema che da muto passò a «cinema narrativo», cioè narrato da un oratore pagato all’interno della sala per poter coinvolgere maggiormente lo spettatore. Questo si deve alla prima vera crisi della cinematografia che portò anche all’epoca “nickelodeon”, cioè l’epoca delle prime sale cinematografiche, chiamate così per il loro costo d’entrata che era di un nickel [moneta da 5 centesimi]. Questo tipo di cinema si diffuse dapprima negli USA tra il 1905-1906.

Nel 1915, quando il film The Birth of a Nation di David Griffith impose la regola, divenuta poi canonica, di una durata di circa 1h e 30′ o 2h, i nickeloden cominciarono pian piano il loro declino. Questo portò alla modifica delle sale per renderle più confortevoli e all’aumento del prezzo del biglietto.

Nei primi anni Venti, lo sviluppo nel campo industriale e agricolo di Los Angeles favorì lo sviluppo e la nascita di case di produzioni cinematografiche. Nasce così Hollywood, simbolo per eccellenza del mondo dello spettacolo.

Durante il 1930 nasce un famoso studio che prese il nome di Studio-system: gli Studios dispongono delle star esaltandone quindi l’immagine. Generi come la commedia e il dramma romantico si manifestarono in modo tumultuoso, ma in seguito ad una grande tragedia, la Grande Depressione, si faranno strada generi più realistici e tragici, come il ‘’gangster-movie’’ e il noir. Negli anni Quaranta lo Studio-System termina.

Negli anni ’50 e ’60 ci furono diverse migliorie tra cui la nascita del “new cinema” con il tramonto, di conseguenza, di Hollywood e il cambiamento della concezione del “divismo”, attori molto famosi che portano sullo schermo una rappresentazione più reale della vita.

A causa della concorrenza della televisione e del progresso, che sempre più sedentarizzava la popolazione, arriviamo dunque ad una crisi nel mondo cinematografico, principalmente in Europa e negli USA.

Oltre alle tematiche, la differenza più evidente fra il cinema classico e il cinema moderno è che mentre il primo viene realizzato affinché lo spettatore viva la storia, nel secondo lo spettatore mantiene un determinato distacco dalle vicende.

Contemporaneo a questo fenomeno si sviluppa quindi il divismo, cioè l’attaccamento del pubblico verso gli attori, che fu sfruttato dai produttori a favore della promozione dei loro lavori. I produttori, dunque, si accaparrarono gli attori più celebri e amati dal pubblico, quelli a cui erano più affezionati, al fine di incrementare la visione dei film. Tutto ciò portò quindi alla nascita delle prime «star» ovvero dei veri e proprio idoli per lo spettatore. Questo fenomeno rese il mestiere di attore del cinema un miraggio che catturò la fantasia delle masse: tutti volevano diventare star.

Ci fu una rivoluzione del cinema, nel 1927 la Warner, che era sull’orlo del fallimento, lanciò il primo film ad interpretazione sonora dando così vita al tramonto del cinema muto e alla nascita di nuove caratteristiche attoriali, una ricerca di voci più gradevoli e aggraziate sostituendo così gli idoli del cinema muto.

Con il susseguirsi dei decenni si arrivò, attraverso fondamentali miglioramenti, all’avvento della televisione che rivoluzionò il modo di vedere il cinema senza dover mai uscire da casa per gustarsi le proprie pellicole preferite.

Si crearono così faide tra due fazioni, cioè cinematografi e i venditori di televisioni.

La televisione, insuperabile nel rappresentare gli eventi contestualmente al loro verificarsi, perde in qualità e definizione delle immagini.
Con lo sviluppo dell’elettronica questo rapporto è cambiato e si cerca di imporre sistemi completamente digitali, anche se attualmente vengono utilizzati sia l’analogico che il digitale.

La nuova frontiera del cinema moderno mira a rendere il tutto sempre più simile alla realtà e a perfezionare in ogni minimo dettaglio la scenografia, con esigenze più rigide e specifiche riguardanti gli attori dotati di incredibili abilità nella padronanza della mimica facciale e linguaggio corporale.

Oltre alla raffinazione della parte estetica però il cinema continua ad impressionare ed emozionare tutti, compito che ha preso in carico sin dalla sua nascita e lo fa in maniera impeccabile, cercando di non cadere nel banale, rinnovandosi sempre con tematiche, trame e morali nuove e insegnamenti che seguono i tempi che corrono.

Il futuro del cinema però è ancora incerto e solo il tempo ci dirà come i registi e gli attori riusciranno ad emozionarci all’infinito!

Camilla Spagnolatti 3AL