Emergenza Antartide: l’impatto dell’uomo


L’Antartide, dal greco ανταρτικός, è un continente ricoperto interamente da una calotta di ghiaccio situato nell’emisfero australe della Terra, circostante il Polo Sud e opposto all’Artide.
Sin da sempre, il continente antartico è stato oggetto di grandi sfruttamenti ed investimenti da parte delle potenze mondiali, le quali stanno man mano distruggendo questo meraviglioso paesaggio.
Ad attirare l’attenzione delle nazioni è sicuramente la quantità di petrolio, carbone e gas nascosta sotto la superficie glaciale che il continente ci offre: basti ricordare Tony Hayward, amministratore delegato della British Petroleum, che nel 2008 presentò un vero e proprio programma di distruzione diretto verso l’Antartide al fine di incrementare le risorse energetiche britanniche. Ovviamente, la gara al petrolio contesa tra le forze politiche non è l’unica causa della distruzione di questa regione. Infatti, lo scenario di collasso totale dei ghiacciai è sicuramente dovuto anche al riscaldamento degli oceani, causato dal cambiamento climatico.
Questo fenomeno è causato principalmente dall’uomo e dalla sua evoluzione, in quanto ogni giorno assistiamo ad un’importante produzione di CO2, un’eccessiva combustione di carboni fossili e ad un estremo processo di deforestazione.
Tutte queste azioni, compiute ininterrottamente per centinaia di anni, ci stanno portando ad uno scenario ambientale catastrofico e possiamo facilmente notare l’impatto che hanno sul nostro pianeta. Ad esempio, nell’ultimo decennio si è verificato un vero e proprio stravolgimento del clima: le strutture cicloniche e anticicloniche sono cambiate radicalmente.
Un altro aspetto importante è l’aumento del livello degli oceani, infatti l’acqua sta coprendo buona parte delle aree continentali che tra non molto si troveranno letteralmente sommerse.
Da non dimenticare è assolutamente l’aspetto riguardante la fauna Antartica. Gli animali polari come orsi e tartarughe sono esposti ad un pericolo elevatissimo ed ogni giorno lottano per la sopravvivenza. Molte famiglie di orsi sono denutrite e contraggono numerose patologie del deterioramento del pelo a causa delle temperature fin troppo elevate. In più, uno studio recentemente condotto da Greenpeace ci mostra cosa si nasconde dietro alla neve brillante ed al paesaggio incantato delle zone artiche. Questa associazione ha intrapreso una spedizione scientifica qualche anno fa per analizzare la salute degli ecosistemi e della biodiversità del posto. Sfortunatamente, i risultati sono stati più che deludenti, in quanto ci è stato confermato che il tasso microplastiche e sostanze chimiche pericolosissime presenti nell’acqua è altissimo ed in continuo aumento.
Fortunatamente, pochi giorni fa un’ottima notizia ha fatto il giro del web ed ha sorpreso tutti: il buco dell’ozono antartico si è chiuso.
Come ricordiamo, verso la fine della scorsa stagione estiva, il buco si era ulteriormente esteso raggiungendo circa 24,8 milioni di kilometri quadrati, tanto da essere considerato il più duraturo e grande di sempre.
Tutto ciò è avvenuto grazie ad un vortice polare molto intenso che ha causato una diminuzione notevole delle temperature, ma non è stato solo il processo naturale a provvedere al risanamento, bensì anche l’uomo ha dato il suo contributo.

Difatti, esistono una serie di sostanze chimiche utilizzate dalle industrie che riversano effetti positivi sull’atmosfera. Nel 1987, il Protocollo di Montreal ha stilato circa 100 sostanze che hanno avuto un effetto benefico nel corso degli anni.
Oramai, l’impronta dell’umanità è ormai marcata sulla natura e continua ad essere sempre più invasiva.
La paura più grande è sicuramente quella di arrivare ad un punto di non ritorno dove l’unica alternativa possibile sarà dover lasciare un mondo ed un ecosistema devastato alle generazioni future. È importante sollecitare e sensibilizzare tutti, partendo dalle scuole fino ad arrivare alle grandi potenze che stanno prosciugando le nostre risorse. Un perfetto esempio di sensibilizzazione al problema è certamente Greta Thunberg, l’adolescente svedese protagonista di un movimento ambientalista
arrivato fino ai parlamenti. Greta è la dimostrazione che si può cambiare e che siamo ancora in tempo per farlo, ma ci resta davvero molto poco e per questo motivo è necessario invertire la rotta e andare in soccorso della Terra.

Alice Giannantonio 2Q classico Cambridge- liceo Vico Napoli