I GIOVANI E LA POLITICA: UN INTERESSE DA STIMOLARE

Gli adolescenti sono disinformati e distaccati dalla politica perché sono sfiduciati nei confronti di questa istituzione, la percepiscono come una “cosa” che non gli appartiene e quindi non la vivono attivamente. I giovani di oggi sono la generazione cosiddetta “senza futuro”, “nelle mani di nessuno” perché abbandonati ad un avvenire pieno di incertezze create da chi governa, o meglio cerca di farlo.  I ragazzi risentono il doppio dell’inefficienza dello Stato e sono molto più sensibili nei confronti di una società che forse non è in grado di attenderli.

Il mondo della politica è parallelo a quello giovanile e le promesse mai mantenute, l’opportunismo e i giochi di ruolo che regnano rendono sempre di più gli adolescenti scettici.Sono pochissimi quelli che da grandi vorrebbero intraprendere la vita politica e assomigliare alle persone che ci governano e ci hanno governato finora, perché considerate corrotte e interessate solo al bene proprio enon a quello comune.

Ogni persona, dalla più grande alla più piccola, dovrebbe esprimere le proprie idee e aiutare nel loro piccolo il proprio Comune e il Comune dovrebbe lasciarsi aiutare coinvolgendo tutti nel miglioramento della comunità. Sarebbe bello se un giorno i giovani identificassero come modello da seguire un personaggio legato alla politica e venissero finalmente considerati, ma purtroppo si scontrano con una società che dà credibilità e possibilità solo agli adulti, non capendo che dovrebbe spronare i ragazzi ad interessarsi alle istituzioni e ai problemi sociali perché pieni di idee e iniziative che potrebbero far progredire tutto il tessuto sociale.

Io sono una dei tanti adolescenti che considera il proprio Comune come una presenza astratta. Nel mio paese, Augusta, il sindaco non ha nessun contatto con noi giovani, la scuola non fa molto per farci appassionare del bene della nostra città e noi, come se non bastasse, ci presentiamo molto menefreghisti e svogliati. A volte mi sento in colpa per come viene trattata la mia città, la mia terra, e mi infastidisce pensare che venga così tanto sottovalutata solo perché controllata dalle persone sbagliate. Per me Augusta, anche se attualmente piena di difetti, non è paragonabile a nessun altro posto apparentemente migliore.

Tutti i miei coetanei parlano di voler uscire il prima possibile dal Paese e vivere in luoghi dove è più facile trovare lavoro e costruirsi un futuro economicamente stabile. Io vorrei tanto non abbandonare casa mia, i miei affetti, vorrei migliorarmi come cittadina e migliorare la mia città. Augusta deve tornare a splendere come faceva negli anni Sessanta e questo può accadere solo se noi giovani non scappiamo e le diamo una seconda possibilità, d’altronde tutti ne meritano una. I nostri nonni e i nostri genitori, che hanno visto Augusta pian piano decadere, non riescono a porre fiducia nel Comune e a credere che questo un giorno possa riportare in vita la Villa, con il suo cineteatro e il suo palco della musica dove si esibiva nei giorni di festa l’orchestra del Paese, il Castello Svevo, prima adibito a carcere, il mare ovunque balneabile, i forti Vittoria, e Garcia e torre Avalos, il turismo, attualmente assente e le strade sempre colme di gente e negozi. Alla mia generazione viene quasi impossibile immaginare una Augusta ricca e curata, piena di cittadini che la amano e la rispettano.

La strada da percorrere verso il risveglio non è facile, ma questo non vuol dire che dobbiamo gettare la spugna senza neanche provare. Gli strumenti li abbiamo, ma bisogna imparare ad utilizzarli al meglio e recuperare il senso di collettività perso. Se riusciamo a comprendere l’importanza dell’unione e del nostro contributo all’interno del Comune, possiamo anche riuscire ad approcciare con ottimismo con il mondo della politica e iniziare a considerarla come un vero aiuto per la società.

   Sabrina Giunta 3BL