Vantaggi e svantaggi dell’auto elettrica

Al giorno d’oggi diverse aziende multinazionali e case automobilistiche stanno investendo ingenti quantità di denaro nella produzione di veicoli elettrici con l’obbiettivo di riuscire, finalmente, a porre fine al dominio dei combustibili fossili e dei carburanti inquinanti.

Negli ultimi anni le vetture elettriche hanno incontrato un notevole miglioramento nelle prestazioni: l’autonomia dei veicoli è aumentata significativamente, gli incentivi per il loro commercio sono stati favoriti da tante nazioni europee e sono cresciuti anche il loro impiego nei trasporti urbani e l’importanza che i cittadini attribuiscono al loro utilizzo.

Sicuramente tutti questi sforzi e il duro impegno della ricerca nello sviluppo della mobilità elettrica sembrano un adeguato passo nella giusta direzione. È innegabile che i tempi moderni siano decisamente positivi ma i progressi fino ad ora compiuti sono molto meno rosei di quanto ce li immaginiamo.

La verità è che, finché non inizieremo a utilizzare fonti di energia rinnovabile per le automobili del futuro, non otterremo mai una diminuzione significativa del nostro impatto ambientale. Inoltre, Il ciclo vitale delle batterie al litio e della maggior parte dei componenti di un’automobile elettrica finisce col creare un danno all’ambiente non di molto inferiore a quello di una normale vettura con motore a benzina.

A questo punto la domanda sorge spontanea: può un’auto elettrica produrre più anidride carbonica rispetto a un motore diesel? Parrebbe di sì secondo l’Istituto di ricerca indipendente tedesco IFO, se si tiene conto di tutto il ciclo di vita dell’automobile e se non si utilizza energia pulita per ricaricare le batterie. Dello stesso avviso era Sergio Marchionne, che, nel corso della lectio magistralis tenuta il 2 ottobre 2017 al Polo della meccatronica di Rovereto, esprimeva forti perplessità sui veicoli elettrici, ricordando che possono essere un’arma a doppio taglio, a causa delle enormi quantità di energia ed emissioni inquinanti connesse al loro ciclo produttivo ed ammonendo che “forzare l’introduzione dell’elettrico su scala globale, senza prima risolvere il problema di come produrre l’energia da fonti pulite e rinnovabili, rappresenta una minaccia all’esistenza stessa del nostro pianeta».

Per calcolare l’inquinamento totale del veicolo è necessario misurare anche la fonte che alimenta le batterie e che fornisce l’energia al motore, oltre alle emissioni generate dallo smaltimento degli accumulatori a fine vita. Secondo il già citato studio tedesco dell’IFO, in Germania il ciclo di vita completo di una Tesla Model 3 produce fra 156 e 181 g/km di CO2, contro i 141 g/km di una Mercedes C220d. Buona parte dei valori compresi fra 156 e 181 g/km di CO2 sono da imputarsi alla produzione e allo smaltimento delle batterie, nella misura compresa fra 73 e 98 g/km. Dunque, anche se è innegabile che un’auto elettrica non inquini durante il suo uso, o comunque che lo faccia in maniera trascurabile, bisogna ammettere che la sua produzione offre tante altre possibilità di inquinamento.

In conclusione, un’importante progresso nella lotta all’inquinamento come l’auto elettrica non merita di certo attacchi di mero criticismo, tuttavia, nonostante le forti campagne di sensibilizzazione su questo argomento, è necessario tenere gli occhi aperti perché l’elettrico non sarà la soluzione di tutti i nostri problemi e la battaglia che stiamo combattendo per salvare il nostro pianeta non si risolverà così tanto rapidamente.

di Giuseppe Di Lella