Wikipedia compie vent’anni

È il tredicesimo sito più visitato del mondo e contiene cinquantacinque milioni di articoli scritti in trecento lingue da volontari non-professionisti e disponibili gratuitamente. Rappresenta una dei rari casi in cui le promesse utopistiche dell’Internet primordiale si sono sostanzialmente avverate. Il 15 gennaio Wikipedia compirà vent’anni.

Nonostante occasionali errori e alcuni veri e propri falsi, in generale Wikipedia sta attraversando indenne l’età della post-verità e delle fake news che stanno altrimenti avvelenando il dibattito su Internet. Il progetto deve la gran parte del suo successo alla sua peculiare struttura: finanziato da donazioni, Wikipedia non deve realizzare profitti per soddisfare gli investitori d’assalto che finanziano simili imprese. Né deve soddisfare gli inserzionisti pubblicitari, potendo quindi concentrarsi sugli interessi dei lettori e dei contributori. Curato da persone e non da calcolatori, non è basato su complicati algoritmi che propongono continuamente contenuti scelti per tenere i lettori quanto più a lungo possibile incollati allo schermo del computer.

I giganti del settore dei social media stanno studiando il modello Wikipedia. In un momento in cui si vedono costretti ad assumere un numero sempre più alto di moderatori e a fissare regole sempre più stringenti nel tentativo di regolare in qualche modo un dibattito online sempre più caotico e problematico, Wikipedia offre una lezione di gestione di un sito web condotto ed organizzato direttamente da persone anziché da macchine.

Come qualsiasi iniziativa, anche Wikipedia ha le sue pecche. La qualità delle voci è variabile: quelle che ricevono più attenzioni sono generalmente le migliori mentre quelle meno gettonate possono essere di qualità inferiore. La maggioranza dei contributori sono maschi del mondo occidentale; il risultato è che le voci non offrono una sufficiente pluralità di punti di vista. Tuttavia, Wikipedia testimonia un valore illuministico fondamentale, ovvero il fatto che la conoscenza deriva dal dibattito, dalle evidenze e dal ragionamento, anziché ex-cathedra. L’obbiettivo di Denis Diderot, curatore nel XVIII° secolo dell’Encyclopédie francese, era quello di “raccogliere tutta la conoscenza dispersa sulla faccia della Terra”. L’esistenza di Wikipedia lo avrebbe senz’altro rallegrato.

Ottavia Cavazza – III H