Cos’è il cambiamento climatico? Da cosa è causato?

 

Francesco Napoli 5°DSA

Per prima cosa è importante capire cosa s’intende con il termine clima. Questo si riferisce alle condizioni meteorologiche generali di un luogo nel corso degli anni.

Il clima ha negli ultimi anni subito un cambiamento ben diverso da quello regolare e naturale. A partire dalla seconda metà del XIX secolo le temperature medie globali hanno iniziato ad aumentare esponenzialmente, causando quello che viene definito come “cambiamento climatico antropogenico”, il quale sta già provocando fenomeni di frequenza e intensità mai visti nella storia umana e con essi consequenzialmente morti, sconvolgimento degli ecosistemi e della di biodiversità che sostengono la vita sul nostro pianeta. Tale cambiamento è chiamato antropogenico poiché causato dall’uomo e dall’irresponsabilità di quest’ultimo nel calibrare le sue attività e le loro conseguenze nella terra.  Con attività come la combustione di combustibili fossili, la deforestazione e l’allevamento di bestiame, aumenta la concentrazione di gas serra (non presenti in natura) nell’atmosfera; tra questi la CO2, un gas serra prodotto soprattutto dall’attività umana, è responsabile del 63% del riscaldamento globale. La sua concentrazione nell’atmosfera supera attualmente del 40% il livello registrato agli inizi dell’era industriale. E’ probabile in un futuro non troppo lontano che diverse grandi città vengano sommerse a causa dello scioglimento dei ghiacciai, o che i nostri figli si troveranno a fuggire nel corso della loro vita da siccità estreme o violente tempeste. Quale sarebbe la necessità delle numerose deforestazioni in atto, se non il consumismo? Gli alberi aiutano a regolare il clima assorbendo CO2 dall’atmosfera, piuttosto che abbatterli l’uomo dovrebbe fortemente preoccuparsi di ripiantarli, di rimediare ai suoi errori. Le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte del 55% entro il 2050 e arrivare a zero nel 2060-2075. Il vero problema sta nel fatto che l’United Nations Environment Programme segnala che siamo ancora ben lontani da questi obiettivi e che potrebbero esserci conseguenze irreversibili per gran parte degli ecosistemi. Per raggiungere questi obbiettivi bisognerebbe compiere trasformazioni profonde in tutti i settori, cambiamenti basati sulla logica del “rimetti in circolo” piuttosto che dell’usa e getta.

Figura ormai nota nel panorama mondiale della lotta ambientalista è quella della giovanissima Greta Thumberg, che nel 2018, a 15 anni, proclama l’inizio di uno sciopero che farà il giro del mondo: annuncia che non andrà più a scuola, ogni venerdì si siede di fronte al parlamento svedese, la sua è una protesta contro il cambiamento climatico e la giovane studentessa chiede al governo di ridurre le emissioni di anidride carbonica come previsto dall’accordo di Parigi. Dalla lotta di una, nasce un movimento mondiale, il Fridays For Future, a riprova di quanto ogni singolo, ogni piccolo grande gesto, sia significativo nella lotta per la salvaguardia del nostro paese.

Inoltre la pandemia, del Covid-19 ha da un lato, sicuramente, incrementato l’inquinamento a causa di mascherine e dispositivi sanitari, non riciclabili. Dall’altro però ha contribuito ad accelerare la transizione verso una mobilità più pulita nelle città. Con il calo del traffico automobilistico durante il lockdown, si è aperta una finestra di opportunità per riallocare lo spazio pubblico e i sindaci ne hanno approfittato subito per ridisegnare le città e dare più spazio a pedoni e ciclisti.