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Mafia, Vincenzo Musacchio: negli ultimi trent’anni lo Stato ha abbassato la guardia!

Vincenzo Musacchio giurista e esperto di strategie di lotta alla criminalità organizzata transnazionale sull’importanza dell’alzare la guardia sulla lotta alle mafie.

Domande poste dagli studenti del Liceo Classico Statale Giulio Cesare di Roma. Videoconferenza del 15 gennaio 2021.

Prof. Musacchio, perché dopo quasi trent’anni dalle stragi di Capaci e di Via D’Amelio ancora non sappiamo nulla dei veri mandanti?

Personalmente ritengo che la verità non si sia potuta scoprire. Anni di processi, ancora oggi si cerca disperatamente di capire perché invece di avvicinarci alla verità, ci si allontana. Giudizialmente non è ancora chiaro chi siano effettivamente i mandanti di quelle terribili stragi – aggiungerei quella ove morì Rocco Chinnici – nelle quali persero la vita Falcone, Borsellino e tutte le persone che erano con loro in quel frangente. Molte cose non hanno funzionato. Ci sono state indagini e processi con all’interno depistaggi. E’ mancato il supporto dei vari Governi e di alcune istituzioni. Questo ha inevitabilmente generato l’allontanamento dalla verità.

Alla luce dei depistaggi emersi soprattutto dall’inchiesta sulla strage di via D’Amelio, secondo lei, la mafia è solo una esecutrice e il mandante è da cercare altrove?

Io credo sia molto probabile che ci siano state delle menti esterne a Cosa Nostra. Fu lo stesso Paolo Borsellino a dircelo quando affermò: “Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri”. Anche Giovanni Falcone dopo l’attentato all’Addaura parlò di “menti raffinatissime” che guidavano la mafia.

Se sua figlia dovesse chiederle cos’è la mafia, cosa risponderebbe?

Me l’ha già chiesto e le ho risposto che la mafia è principalmente una mentalità che trae la sua essenza da una concezione della vita come distruzione dell’altro. Poi le ho detto che la mafia è ovunque ed anche in noi quindi dobbiamo sempre fare il nostro dovere e studiare per saperla riconoscere e combatterla.

La mafia sembra essere un argomento che torna di moda solo in occasione di anniversari e passerelle, sembra che si voglia far passare l’idea che sia ormai un problema risolto o per lo meno divenuto marginale, lei che ne pensa?

Penso che dopo la morte di Falcone e Borsellino la lotta alla mafia non sia stata più una priorità dello Stato. Si è abbassata la guardia dando occasioni a queste organizzazioni di agire e di fortificarsi nel silenzio più assoluto. Questa a mio avviso è una delle colpe più grandi dei vari Governi che si sono succeduti negli anni compreso quello vigente. Bisogna diffidare di tutti quelli che dicono che le mafie sono state sconfitte. Non solo non sono state sconfitte ma sono più forti di prima solo che fanno meno rumore.

Quanto siamo importanti noi  giovani generazioni?

Siete importantissimi, direi determinanti. Far comprendere le mafie e la loro evoluzione è fondamentale perché la criminalità organizzata ha bisogno del consenso delle giovani generazioni per non estinguersi. Sempre Paolo Borsellino diceva: “Quando le giovani generazioni le negheranno il consenso, la mafia svanirà”. Il primo vaccino al virus delle mafie è la scuola. I giovani per comprendere e contrastare la criminalità organizzata devono studiare. Solo così facendo avranno consapevolezza e responsabilità di ciò che li circonda. La conoscenza è il primo passo nella lotta contro le mafie.

Secondo lei lo Stato cosa dovrebbe fare?

La forza delle mafie sta nell’immobilismo della politica e nella consequenziale inerzia dei cittadini. Basterebbe che lo Stato decidesse con fermezza da che parte stare e anche i cittadini tornerebbero ad avere fiducia nelle istituzioni. “Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo” diceva Borsellino. Lo Stato deve decidere e fare la guerra alle mafie. Devo però anche dire che in questo momento mi sovviene anche un pensiero di Leonardo Sciascia il quale molto acutamente sosteneva che se lo Stato italiano volesse davvero sconfiggere la mafia, dovrebbe suicidarsi!

Chiudiamo con un messaggio di speranza?

Sì, lo prendo in prestito dal mio libro “Adesso tocca a te”, un free book scaricabile online gratis, ed è di un ragazzo della terza elementare di Vinchiaturo, un paese vicino a Campobasso in Molise. Mattia ci lancia un messaggio semplice e innocente ma molto efficace: “La mafia è meglio se non c’è, così stiamo tutti più tranquilli”. Impegniamoci tutti, ciascuno per il suo, affinché le mafie non ci siano più o quantomeno siano meno forti di quanto lo sono attualmente.