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Il tempo per formulare il vaccino anti-covid 19 è stato troppo breve?

Il Vaccine-Day, abbreviato V-Day, è arrivato anche in Italia.

Tra polemiche, dubbi, insicurezze e complottisti, il vaccino contro il temibile Covid-19 è finalmente arrivato.
Una data storica, quella del 27 dicembre 2020, poiché alle ore 7:20, da Milano a Roma sono state vaccinate le prime 3 persone contro il nuovo Coronavirus, grazie alle dosi della casa farmaceutica Pfizer-BioNTech. Quest’ultima, ha donato al nostro Paese 9.750 dosi del vaccino per la prima fase di vaccinazione, destinata a operatori socio-sanitari, medici e infermieri. Ulteriori dosi, circa 470.000, arriveranno in Italia tra il 29 e il 30 dicembre 2020.
Nonostante tutto, vi sono persone, esperti o meno, che non si fidano del vaccino e di come quest’ultimo sia stato brevettato, in così poco tempo. In media, infatti, per l’introduzione di un nuovo vaccino bisogna aspettare dai 10 ai 15 anni di studio, sperimentazioni e verifiche. Come è possibile che la Pfizer abbia trovato la soluzione al SARS-COV-2 in meno di un anno?
Sono diversi i fattori che hanno permesso alla casa farmaceutica statunitense di raggiungere in breve termine il loro obiettivo: per il vaccino anti-covid sono state coinvolte più aziende per trovare i finanziamenti che hanno portato a un “risparmio” di 1-3 anni di tempo. Le strutture adeguate sono state garantite nell’immediato da numerose università e ospedali, risparmiando un anno. Se, in media, sono necessari 2-5 anni per trovare un metodo adatto per creare un vaccino, grazie agli studi su SARS e MERS, i metodi erano già pronti.
Le fasi sperimentali sono state eseguite contemporaneamente, molti volontari hanno aderito subito alla sperimentazione del vaccino, gli enti FDA e EMA hanno valutato immediatamente i dati e gli esperimenti relativi al vaccino stesso. Dunque, ottimizzando al massimo i tempi burocratici, ecco come la Pfizer abbia potuto completare i vaccini anti-covid in meno di 9 mesi.

Stefano Privitera, III DSA