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L’arte di sbagliare alla grande un libro di Enrico Galiano

“Il punto è che l’errore, col bianchetto, non è che scompaia: è sempre lì sotto. Fa solo finta di non esserci. E’ un trucco, apparenza. Bella facciata. Lui è lì, siamo noi che facciamo di tutto per non vederlo. (…) Non impari niente dai tuoi errori, se pensi che con un paio di gocce li farai sparire”

Quante volte si attribuisce allo sbagliare un’accezione negativa?

Quante volte davanti ad un fallimento (o semplicemente un risultato che si sperava migliore) ti sei detto “se ho sbagliato meglio lasciare stare, questa cosa non fa per me”?

A me è capitato spesso e, in questo periodo di inquietudine e di confusione generale, ancora di più. Mi sono imbattuta casualmente in questo libro e l’ho sentito mio. Era ciò di cui avevo bisogno.

Il libro

“L’arte di sbagliare alla grande”, scritto da Enrico Galiano, pubblicato nel 2020 da Garzanti, è un romanzo che ha più l’aspetto di un diario, di un’autobiografia. L’autore racconta di sé compiendo un viaggio interiore nei ricordi della sua infanzia e della sua giovinezza, a partire dal suo primo (all’apparenza piccolo) errore. Nel corso del libro, infatti, afferma che da quell’errore fatto ad otto anni, con un pallone, sono iniziati i suoi dubbi. Il riproporsi di quello sbaglio ha generato rischi e rimpianti.

All’inizio di ogni capitolo non mancano citazioni prese da film, libri, canzoni, esempi tratti da storie che fanno parte dell’immaginario collettivo. Il professore (l’autore) è stato paragonato al celebre docente de “L’attimo fuggente”, interpretato di Robin Williams (che nel libro Galiano cita).

Piacevole e semplice da leggere, il libro ha la potenzialità di far viaggiare con la mente, pensare a cosa si sarebbe potuto fare se ci si fosse trovati al posto dell’autore negli episodi raccontati.

Favorisce una crescita personale, di pensiero, aiuta a capire determinate cose, a vederle da altre prospettive. Io, che sono la prima a non voler mai perdere ciò che conta, che esigo sempre il massimo da me stessa, anche a costo di fissarmi su un errore e non superarlo, sto cercando di trovare una sorta di consapevolezza. “Errare humanum est”, dunque mi sono rivista in alcuni passaggi del libro.

Penso sia perfetto per tutte le età. Può essere un’ottima fonte di supporto nei momenti in cui ci percepiamo fragili e demotivati.

 

di Francesca Casimiro