Dietro uno schermo …penso, soffro, rido…vivo

Il 2020 ci ha riservato diverse sorprese. Una in particolare è riservata agli studenti. Dobbiamo interrogarci su cosa provano e vivono i cittadini che guideranno il mondo di domani.

Trascorrono molte ore davanti al computer, cosa che ormai è chiara a tutti. Lo schermo si è tramutato non solo in una classe, ma in un luogo che un domani ricorderanno con paura e rammarico, associandolo anche inconsapevolmente agli anni di un’adolescenza non realmente vissuta che lascerà un vuoto non facilmente colmabile.
Questa è una prova che sono costretti ad affrontare, con la costante paura di veder salire il numero dei contagi, persone morire e  medici costretti a scegliere chi salvare e chi abbandonare ad una morte certa. Tutto ciò è devastante e i nostri ragazzi nascondono i loro pensieri dietro uno schermo. E soffrono, pensano, ridono e vivono passivamente, costantemente in pausa, aspettando che arrivi qualcosa o qualcuno a sbloccare tutti i loro pensieri.

In quel preciso momento decidono di vivere in modo attivo, comunicando e sfogandosi, cosa che DEVE assolutamente essere fatta e senza la quale sarebbe veramente difficile anche solo poter pensare di continuare. Non sempre fare ciò è semplice. Tuttavia, se la tristezza della persona amata condiziona le emozioni che si provano durante la giornata,  entrare in un vortice di negatività significherà non uscirne più. Poter parlare ed esprimersi è dunque una delle poche risorse che hanno i ragazzi per poter affrontare questo duro momento della loro, delle vostre e delle nostre vite.

Bisogna che i ragazzi si allontanino da questo schermo il prima possibile per poter tornare, in totale sicurezza, ad una tradizionale lezione in presenza, sempre detestata dagli studenti di tutte le età, ma che ora più che mai rimpiangono. Hanno e abbiamo bisogno di lasciare alle spalle questo virus, anche se non potrà mai uscire realmente dai nostri pensieri, perchè ha segnato indelebilmente l’anima di tutti noi con il marchio della paura, dell’angoscia e del risentimento.
Tutti gli studenti sentono la mancanza di un compagno di banco o degli amici dopo scuola ma sono coscienti del fatto che la Dad (che comunque viene ritenuta giusta e necessaria durante questo periodo di pandemia persino dagli stessi studenti) ha portato con sé anche minimi aspetti positivi. Poter dormire di più al mattino, senza dover viaggiare e cambiare autobus o  treni; ciò non è male. Un altro piccolo lato positivo è il fatto di non essere più costretti ad interagire un compagno poco simpatico.

I nostri studenti certamente devono avere la possibilità di sfogarsi e comunicare, per reagire, non vedere “il bicchiere mezzo vuoto”, non farsi sopraffare dalla negatività, ma  concentrarsi anche su quell’unico particolare che riesce a rendere questa situazione meno ostile. Quel compagno che farebbe comparire sui loro volti il sorriso, facendo dimenticare per qualche istante semplicemente tutto, lati positivi, lati negativi, il Covid stesso. Quello che li farebbe sorridere per poi tornare a quella che è la quotidianità, a uno schermo, aspettando con pazienza il giorno in cui tutto questo sarà un lontano ricordo. Quel giorno potremo tornare a pensare, soffrire, ridere e vivere in quella che oggi per tutti non è che un sogno atteso e bramato.

ANASTASIA PANTALONE, classe III E, Scienze Umane,Liceo statale “Gonzaga” Chieti