Il 27 gennaio tra Passato, Presente e Futuro

Memoria minuitur, nisi eam exerceas

In occasione del 27 gennaio, il Liceo Statale “E. Boggio Lera” di Catania, nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia, ha promosso valide iniziative per invitare studentesse, studenti e docenti a riflettere sull’importante lezione che la Storia ci ha trasmesso, in un intreccio tra Passato, Presente e Futuro.

Tra queste, l’incontro di dibattito promosso dall’associazione studentesca “Liberamente” ha favorito il confronto e lo scambio reciproco tra studenti, studentesse e docenti.

 

 

Rubrica “Giorno della Memoria” di Liberamente Boggio Lera

In occasione del Giorno della Memoria, l’associazione studentesca “Liberamente” ha realizzato una rubrica di approfondimento e riflessione sul tema delle discriminazioni razziali, palesando, attraverso un’analisi storica e sociologica, gli aspetti più controversi della faccenda.

I ragazzi e le ragazze si sono posti delle domande: «Cosa ci insegna quest’amara pagina di Storia? Cosa possiamo fare per contrastare il razzismo? Il regime totalitario che ha condotto al genocidio ebraico è stato abbandonato o, trasformatosi in un’altra forma, è ancora presente fra noi?».

Nei loro articoli, pubblicati su La Scuola Fa Notizia, hanno cercato di trovare una risposta ai loro interrogativi, che sono divenuti la chiave del dibattito del 27 gennaio, in cui, guidati dalla magistrale lezione della Storia, si sono schierati contro ogni forma di razzismo, violenza e discriminazione.

L’incontro, che ha coinvolto studenti, studentesse e docenti del Liceo Statale “E. Boggio Lera”, è stato aperto da Erica, studentessa di quinto anno e Rappresentante d’Istituto: «Celebriamo il 27 gennaio non solo come un’occasione per ricordare e rimarcare l’importanza della Memoria, ma anche come uno stimolo a non arrendersi ed andare avanti nel contrasto a tutte le forme di violenza e discriminazione.».
Mario, studente di terzo anno, ha posto l’attenzione sull’amara realtà, spesso dimenticata, del ghetto di Terezìn: «A Terezìn sopravvive il coraggio e l’altruismo, la lotta caparbia per salvare le vite designate al genocidio. Medici, infermieri, insegnanti, sacerdoti, artisti scatenano un’onda di resistenza e sopravvivenza. Un’onda che non viene scalfita dagli angusti e sporchi trasporti verso i campi di sterminio. Un’onda che non viene scalfita nemmeno dalle camere a gas di Auschwitz-Birkenau.».

La prof.ssa Cottone, docente di Lettere, ha rimarcato l’importanza delle testimonianze di Terezìn, sottolineando come visitare i luoghi della Shoah sia drammatico e straziante, ma fondamentale per “meditare che questo è stato”. Anche la prof.ssa Torrisi, docente di Scienze Naturali, rammenda la fondamentale nozione trasmessa dai luoghi, il cui valore è inestimabile.

Simone, studente di secondo anno, ha invece riflettuto sul significato del 27 gennaio e sulla gravità del razzismo: «Il ricordo del 27 gennaio deve aiutarci ad imparare qualcosa di nuovo, a tenere viva la memoria affinché non si replichi lo stesso errore. Razzismo è sinonimo di ignoranza: nel 2021, dopo tutto quello che è accaduto negli anni e nei secoli precedenti, compiere atti di razzismo, verbali o fisici, significa non avere rispetto per gli altri e le altre e, soprattutto, per i sei milioni di ebrei innocenti uccisi in quei buissimi anni.».

Il prof. Navarria, docente di Storia e Filosofia, ha sottolineato la colpa storica del popolo italiano che, troppo spesso, si è nascosto dietro il mito “Italiani brava gente”. Il genocidio ebraico è stato, invece, preceduto da una serie di teorie pseudo-scientifiche, spesso elaborate da scienziati italiani, che supportavano l’eugenetica hitleriana. La Shoah e la discriminazione razziale hanno pervaso persino la scienza, le cui ricerche dovrebbero essere oggettive e universali.

A questo punto, il dibattito si è spostato sulla riflessione comune; studenti, studentesse e docenti si sono interrogati sull’emergenza che le discriminazioni razziali costituiscano nella società odierna, in cui sempre più raramente si accetta il diverso.

Ciò accade in tutti gli ambiti della società, anche nelle istituzioni, come ci ricorda Francesco: «L’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio è l’evento più eclatante che testimonia come l’odio e la discriminazione non sono argomenti che risalgono solo al periodo nazista, ma che tutt’oggi, nella culla democrazia e della libertà, esistono persone con questi ideali.».

Giunti alla chiusura dell’incontro, il prof. De Cristofaro, docente di Storia e Filosofia, parla di indifferenza, citando le parole di Liliana Segre: «L’indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore. L’indifferente è complice. Complice dei misfatti peggiori».