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Il disegno di un bambino per non dimenticare di Giorgia Saracino

Sabato 23 gennaio 2021 abbiamo ascoltato la testimonianza di Agostino Dibenedetto, uno studente che ha partecipato al Treno della Memoria.

Ovviamente come visitatore, anche se trovo che sia comunque un’esperienza molto forte,  che non si avvicina lontanamente a quello che è successo veramente.

Ciò che mi ha impressionato, e credetemi, non riesco a trovare le parole o un termine per descrivere questa sensazione, è che i soldati nei campi di concentramento o di sterminio (o da quel che ho capito la maggior parte) non avessero la minima pietà mentre uccidevano i deportati.

Comunque, alcune delle foto che abbiamo visto sabato erano molto impressionanti, soprattutto la foto che mostrava i capelli. Tutti quei capelli ammassati, tagliati a persone  convinte che dovessero andare in quel posto per lavorare.

Magari i bambini pensavano di aver fatto qualcosa di sbagliato.

La cosa più triste era il disegno sul muro, opera di un bambino.

Ai giorni nostri, quando un bambino disegna qualcosa, magari disegna una casa, un fiorellino, un arcobaleno i suoi genitori sono al settimo cielo, mentre in questi terribili anni i  bambini hanno visto con i propri occhi morire i propri genitori “per un sì o per un no”.

Per fortuna i sopravvissuti hanno raccontato al mondo ciò che è realmente accaduto perché non bisogna dimenticare.

Giorgia Saracino

classe II F